Osservare l’etichetta

Per conservare bene un capo di maglia bisogna prima di tutto sapere di quale materiale è composto. Una volta, per ottenere questa informazione con sicurezza, il metodo più semplice e pratico era quello del fiammifero. Nel caso dei filati vegetali (cotone e lino) o di fibre artificiali (viscosa, nylon) la combustione è rapida, inodore e lascia scarsi residui. Oggi la prova del fuoco non è più adatta, considerato il numero di fibre chimiche utilizzato.
Il consumatore oggi è informato dall’etichetta applicata sul capo che, secondo criteri previsti per leggi, dichiara le fibre che lo compongono e il peso percentuale di ognuna di esse sul totale. In alcuni casi l’etichetta di composizione riporta anche diversi simboli che garantiscono la qualità della materia prima impiegata nella produzione del filato e che vengono concessi da istituti che promuovono e tutelano il corretto uso della lana, del cotone, del lino e del filo di Scozia. Conoscere la composizione di un capo consente di lavarlo senza danneggiarlo. Per la maglieria di lana l’assillo tradizionale è l’infeltrimento…ecco come negli anni ’30 una rivista femminile consigliava di comportarsi: . Non è certo un metodo aggiornato…meglio la lavatrice: ma se si rovina la maglia? Meglio spendere un pò di più per la smacchiatoria!!!

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