Basta con il cappotto: Chanel inventa il gilet lungo che, accoppiandosi all’analogo tailleur, gli “ruba” le maniche. Anche per un freddo inverno cittadino basterà dunque la giacchina blu in lana pesante, magari bouclè, ben sagomata sulla gonna stretta, portata con un soprabito senza maniche della stessa stoffa, ma foderato di raso nero a quadrotti matelassè. Pret-a-porter svelto e giovane quello di Chanel, sfilato oggi a Parigi con musica dal vivo e con tanti pezzi facili da accoppiare secondo età e fantasia. Al centro della lunga passerella un palco rotante con il complesso “Vive la fete” che ha suonato e cantato (peccato che il rock francese non abbia grande tradizione e appeal), chiudendo con “Jesus Christ Superstar” per festeggiare la comparsa in scena del deus ex machina del successo Chanel. Stagione dopo stagione, a Karl Lagerfeld bisogna dare atto della capacità di intercettare il gusto giovanile, un’abilità che ha reso appetibile il blasonato marchio francese per tutte le fasce di età. Nessuna giovane donna oggi disdegnerebbe di indossare il famoso tailleur creato da mademoiselle Coco, in tessuto bouclé profilato di passamaneria, che è diventato, insieme con la borsa a tracolla di catena e le scarpe bicolore aperte dietro, segno distintivo della maison.
Dior
La nobile guerriera achea con l’elmo crinato arriva in passerella da Christian Dior, ed è subito moda: parte in quarta il pret-a-porter parigino, aprendo con la sua più blasonata maison il primo dei nove giorni di calendario. Lo stilista John Galliano dà alla kermesse francese, sin dall’inizio, lo sprint giusto della creatività e dell’ironia, con una collezione che però, diversamente dal passato, non è difficile immaginare nelle boutique del celebre marchio. Se finora c’era stata sempre molta distanza tra la sfilata e i capi in vendita, stavolta è chiaro che il lavoro si è sviluppato non solo sull’impatto d’immagine ma anche direttamente sul prodotto.
Karl Lagerfeld debutta con la collezione in jeans
Per la prima volta Karl Lagerfeld ha presentato dei jeans in passerella. Il debutto è avvenuto a Parigi ed è per metà italiano: è con il gruppo vicentino Diesel di Renzo Rosso, infatti, che lo stilista tedesco produrrà la novità per il suo marchio Lagerfeld Gallery. I jeans, aderentissimi e trattati con due diversi bagni (in azzurro chiaro o in blu consumato), hanno una seducente cucitura a parentesi tonda che incornicia il sedere, oppure sono corti al ginocchio o ancora vengono infilati negli stivali a stiletto di camoscio rosso.
Ungaro
L’orientalismo lussuoso di Emanuel Ungaro arriva in passerella, a Parigi, per mano dello stilista Giovan Battista Valli che dal maestro (il quale continua invece a occuparsi della haute couture) ha ereditato la direzione creativa del pret-a-porter. “Avete visto, non ho tradito!” dice Valli nel backstage abbracciando un’amica che evidentemente aveva temuto un rinnovamento e un allontanamento dallo stile della maison che fa parte del Gruppo Ferragamo.
Romeo Gigli
Da Romeo Gigli la donna è mobile qual piuma al vento: tutto è in movimento intorno alla sua silhouette, tutto ruota e si agita tra giochi di sbiechi, di forme sbilanciate e di ricami a trafittura di laser.
Gaultier lavora sulla donna come Ghristo sui monumenti
Le stampelle girano su una rotaia sospesa, di quelle usate per spostare i pezzi in fabbrica: le modelle si tolgono le giacche, le appendono, si rivestono, in un gioco di normalità che, in genere, le sfilate non conoscono.
Jean Paul Gaultier ha scelto questa messinscena, ieri, per mostrare meglio anche l’interno della sua opera stilistica che ha dedicato a Christo, artista americano di origine bulgara, famoso per imballare edifici e monumenti.
Gaultier invece ha impacchettato le donne in bellissimi bombare stretti da spaghi e nodi, in maglie gonfie e morbidi gilet. Continua a leggereContadine balcaniche nel bosco di Dries Van Noten
Niente folletti ed elfi, ma solo eleganti contadine dei Balcani, nella foresta che Dries Van Noten ha allestito l’altro giorno nel salone delle Belle Arti.
Tornato al suo tema preferito, quello etnico rivisitato, lo stilista olandese ha proposto una collezione piena di riferimenti all’est europeo.
Giochi di bianco e nero con i blazer di spesso cotone rustico, i cappotti ricamati, le corte gonne di panno a ruota, le geometrie croate sulla spessa lana. Continua a leggereKenzo diventa molto british
Una collezione molto british quella di Kenzo (gruppo Lvmh), disegnata da Gilles Rosier. Lo stilista ha fatto esplodere in passerella scozzesi, tweed, stampe arazzo, motivi cachemire e righe stile college, per una collezione ispirata alle bambole di porcellana, con molti patchwork e contrapposizioni di maschile e femminile. Spalle morbide, vita sfuggente e appoggiata sui fianchi, orli arricciati, marsupi in cuoio di Cordoba, stemmi e stivali in abbondanza. Verdi abbinati al rosa, ma anche rosso, arancione e fucsia, marrone e nero.
Continua a leggereRinascimento Inglese da Vivienne Westwood
Tre sono le cose che, almeno secondo Vivienne Westwood, fanno apprezzare l’Inghilterra, e sono i vestiti, la letteratura e i giardini.
La stilista, oggi a Parigi, ha reso omaggio al suo paese, con la sua moda, la sua storia e i suoi fiori, mettendo in scena il Rinascimento Inglese visto attraverso una eccentrica fantasia.
La collezione “Anglophilia” (c’era stata già la “Anglomania”), è apparsa come un bel ritorno alle origini della Westwood, alla sua migliore ispirazione: flanella, vigogna, tweed e seta per tailleur e cappotti con il tocco in più del taglio estroso, ma sartoriale, grandi vestiti da dramma shakespeariano, gonne che si gonfiano di cuciture magistrali (ma quanta stoffa per farle!), giacche che sembrano tagliate in un cerchio di stoffa. Continua a leggereLouis Vuitton e la motociclista con i tacchetti
Sempre con i tacchetti di soli tre centimetri, ma ben fasciata nei pantaloni da moto o da equitazione, la femme griffata Louis Vuitton il prossimo inverno avrà un’aria piuttosto sportiva e da ragazzina.