Basta con il cappotto: Chanel inventa il gilet lungo che, accoppiandosi all’analogo tailleur, gli “ruba” le maniche. Anche per un freddo inverno cittadino basterà dunque la giacchina blu in lana pesante, magari bouclè, ben sagomata sulla gonna stretta, portata con un soprabito senza maniche della stessa stoffa, ma foderato di raso nero a quadrotti matelassè. Pret-a-porter svelto e giovane quello di Chanel, sfilato oggi a Parigi con musica dal vivo e con tanti pezzi facili da accoppiare secondo età e fantasia. Al centro della lunga passerella un palco rotante con il complesso “Vive la fete” che ha suonato e cantato (peccato che il rock francese non abbia grande tradizione e appeal), chiudendo con “Jesus Christ Superstar” per festeggiare la comparsa in scena del deus ex machina del successo Chanel. Stagione dopo stagione, a Karl Lagerfeld bisogna dare atto della capacità di intercettare il gusto giovanile, un’abilità che ha reso appetibile il blasonato marchio francese per tutte le fasce di età. Nessuna giovane donna oggi disdegnerebbe di indossare il famoso tailleur creato da mademoiselle Coco, in tessuto bouclé profilato di passamaneria, che è diventato, insieme con la borsa a tracolla di catena e le scarpe bicolore aperte dietro, segno distintivo della maison. Rivista e corretta, accorciata o allungata, la giacchina Chanel (oggi presentata anche ricamata di paillettes) non è mai scomparsa e non ha saltato alcuna generazione, riuscendo ad accoppiarsi ai jeans, alle minigonne, ai pantaloni in pelle e alle più strampalate divise giovanili. La vecchia griffe Chanel, diversamente da altre non meno eleganti, grazie a Lagerfeld è ancora sulla cresta dell’onda: lo stilista tedesco è capace ogni volta di inventare qualche piccolo o grande “feticcio” della moda, nuovo ma inconfondibilmente Chanel. Oggi a Parigi ha proposto i “bottes doubles” ovvero dei copristivali, anche in velluto o tweed, da coordinare con l’abito, le cinturine di feltro con fiocchetto da portare basse sui fianchi (e già ci immaginiamo negozietti e bancarelle correre a copiarle), le alte cinte a baschina in pelle matelassè come tavolette di cioccolato, il tacco alto a gabbietta di metallo dorato, i “bijoux decupages” molto naif, in panno bianco e nero con i simboli Chanel (la giacchina, la camelia, il fiocco), e perfino la borsa-lavagna con gli stessi disegni. Ha presentato le modelle con le catenine brunite nei capelli (come delle extension), le ha fatte sfilare in microgonne a godet o a pieghe, ha messo fuori l’intimo con la nuova maglieria “In Between”. Accessori ma anche giochi e accorgimenti, che danno un sapore diverso all’abitino nero di crepe, allo spencer di velluto e alla sottana a cannoni, come all’elegante vestito di mussola blu pieghettato.
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