Dior

La nobile guerriera achea con l’elmo crinato arriva in passerella da Christian Dior, ed è subito moda: parte in quarta il pret-a-porter parigino, aprendo con la sua più blasonata maison il primo dei nove giorni di calendario. Lo stilista John Galliano dà alla kermesse francese, sin dall’inizio, lo sprint giusto della creatività e dell’ironia, con una collezione che però, diversamente dal passato, non è difficile immaginare nelle boutique del celebre marchio. Se finora c’era stata sempre molta distanza tra la sfilata e i capi in vendita, stavolta è chiaro che il lavoro si è sviluppato non solo sull’impatto d’immagine ma anche direttamente sul prodotto.
Non si pensi tuttavia a una passerella noiosa di mettibili vestiti da signora borghese: Galliano è pur sempre Galliano e la sua spassosa guerriera greca arriva dalle Ande, portandosi dietro tutti i colori del Perù e chiudendo a passo di danza la sfilata con la musica cilena degli Inti Illimani. Tutto l’etnico del mondo, rivisitato con spirito, dimostra che non esiste più un baricentro geografico della moda: il berretto di lana peruviano diventa il copricato del pelide Achille che a proteggere il suo tallone calza però stivali lapponi. Tra shorts e minigonne svolazzano le sottane che ancora oggi sono il tipico costume greco: la fluttuante ma corta ruota di tutte le fogge (a ricami russi, in seta indiana arancione ricamata d’oro, in elegante lana marrone) è sempre stretta sui fianchi da un corto tubino di maglia. Sopra è il trionfo del blouson: di pelle d’anguilla color cioccolata, di pelo di scimmia verde acido, di montone rosso a ricami paisley, di lana multicolori tricottata o lavorata all’uncinetto, decorato da pon-pon o con sbuffi a becco sulle spalle, il giaccotto abbondante e disinvolto diventa un must da portare dappertutto. Anche sulle bluse a fiori, sul seducente abito nero di pizzo stretto ai fianchi da una guaina di maglia, anche sulla lunga gonna di tulle, ricamata a grandi fiocchi colorati. Sugli accessori, l’impegno di Galliano è stato forse meno intenso: addosso alla sua “orgogliosa principessa, regale, potente, sicura di sé (come egli stesso la definisce nel cartellone di esortazione alle modelle nel back stage)” ricompaiono quelli delle passate collezioni: soprattutto la borsetta a forma di sella, anche se coniugata in materiali e decori nuovi, persino con palline colorate o in ridottissima versione da sera. Soddisfattissimo della sfilata monsieur Bernard Arnault accompagnato dalla bella moglie Helene. “Nel 2001 – spiega il capo supremo del gruppo Lvmh – la griffe Dior, escludendo i profumi, ha fatturato 350 milioni di euro. Negli ultimi cinque anni – sottolinea ancora il patron del gruppo – la performance del marchio, con una crescita del 50%, è stata la migliore nell’intero mondo della moda. Un successo economico straordinario nel quale – conclude Arnault – colpisce la grande capacità di Galliano di sfornare a getto continuo idee nuove”.

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