
LUTTO PER LA MODA ITALIANA E’ SCOMPARSO FIORENZO FRATINI, PIONIERE DEL JEANS ITALIANO

Ingresso vietato per Naomi Campbell nella boutique londinese dei Vip, Voyage: la supermodella e’ stata messa al bando dall’ esclusivo negozio-club in Fulham Road, di proprieta’ dell’italiano Tiziano Mazzilli e dalla moglie belga Louise, per aver trattato male lo staff che non l’aveva riconosciuta a prima vista. Lo scontro tra la Venere Nera e i commessi di Voyage – che di regola aprono la porta solo a chi e’ cliente abituale, e quindi in possesso di una sorta di ”membership”, o a chi e’ comunque ritenuto ”all’altezza” – risale a qualche giorno fa. Dopo aver suonato a lungo e invano il campanello del negozio, Naomi avrebbe atteso di esser ricevuta dentro un’auto parcheggiata in Fulham Road.
Head-line pubblicitaria “rubata” ad un famosissimo diamante..ma oggi vogliamo parlare di un altro gioiello, anch’esso intramontabile simbolo di femminilità e di eleganza: LA PERLA…che continua ad essere oggetto di desiderio per la maggior parte delle donne. Coco Chanel non usciva mai senza una cascata di perle sui suoi inconfondibili abiti, Jackie Kennedy amava un modello atre fili che ancora oggi viene imitato e addirittura venduto per corrispondenza. Audrey Hepburn ne faceva un elemento indispensabile alla sua inarrivabile classe…senza tener conto di cleopatra che, per conquistare Marco Antonio, non esitò ad ingoiare una preziosissima perla.
Quale strada intraprendere quest’anno? Le donne “alla moda” che seguono le ultime tendenze, si trovano a dover scegliere tra il massimalismo ultima maniera ed uno stile ancora poco definito, che ripropone il gusto per la semplicità e il design di matrice neosartoriale. Un cambio di stagione che riporta dentro gli armadi delle più “trendy” un abbigliamento anni ’80: borchie, pin-up, bandiere americane, jeans stravaganti stile cow-boy, cinturoni alla “pistolero” e stivali Far-West.
Accoglienza da rockstar per Donatella Versace, arrivata oggi a Londra per lanciare il nuovo profumo Versace Woman. Centinaia di persone si sono accalcate nei grandi magazzini Harrods di Knightsbridge e fra i flash dei fotografi e qualche spintone delle guardie di sicurezza hanno fatto la fila per avere l’autografo della stilista sulla confezione del profumo. Lei, in calzoni e maglietta nera, il volto semicoperto dalla caratteristica cascata di capelli biondo-platino, e’ rimasta seduta per un’ora su un piccolo podio e coscienziosamente ha firmato tutte le scatole che i suoi rumorosi fan le porgevano.
Ci ha risposto così uno dei più noti designer di scarpe della Capitale, alla domanda “Ma come mai la scelta di entrare nel mondo della moda specializzandosi in scarpe?” Ho iniziato perchè mi affascinava pensare di completare l’immagine femminile, con uno che secondo me è il dettaglio più raffinato di una donna – spiega Giorgio Moresco, creatore del marchio ELISHEVA – La scarpa è tutto ciò che racchiude personalità ed estro, gusto e fantasia. Il mio compito? Quello di riuscire ad adattare creatività con le tendenze in atto…quello di trovare la scarpa giusta per ogni donna che cerca quell’accessorio essenziale per completare il proprio guardaroba, ma che rappresenta un “plus” per definire il proprio look>.
Continua a leggereChe la moda non abbia i vestiti come confine e che riguardi piu’ in generale gli stili di vita, ormai e’ accertato. Tant’e’ che il Salone del Mobile, il ‘Fuorisalone’ e gli eventi collaterali, da domani e per una settimana parlano il linguaggio della moda, usando anche i luoghi della moda. Gli stilisti e i loro marchi hanno capito che ormai il lavoro riguarda piu’ lo ‘stile totale’ che la moda.
“In maglia è meglio!” Questa, all’inizio del nuovo millennio, le constatazioni dei pionieri dello sport moderno alla continua ricerca di un abbigliamento che lasci liberi i movimenti del corpo senza contraddire le regole severe del decoro vittoriano, diametralmente opposte a quelle della Grecia classica, in cui gli atleti si vestivano semplicemente di un velo d’olio. L’ideale per gli sportivi è un tessuto che per la sua elasticità possa seguire docilmente i movimenti bruschi degli arti senza scomporsi molto. Questa specie di “seconda pelle” dopo anni e anni di ricerca, è stata individuata nel tessuto a maglia. Il primo sport ad adottare come divisa una maglietta a maniche corte fu il polo, praticato dagli ufficiali britannici di guarnigione in India. Nonostante che a correre fossero i cavalli, il clima torrido imponeva ai cavalieri d’indossare capi per quanto possibile leggeri e capaci di assorbire al massimo la traspirazione.
Per conservare bene un capo di maglia bisogna prima di tutto sapere di quale materiale è composto. Una volta, per ottenere questa informazione con sicurezza, il metodo più semplice e pratico era quello del fiammifero. Nel caso dei filati vegetali (cotone e lino) o di fibre artificiali (viscosa, nylon) la combustione è rapida, inodore e lascia scarsi residui. Oggi la prova del fuoco non è più adatta, considerato il numero di fibre chimiche utilizzato.
Un’ industria illegale, quella della contraffazione e dei falsi, che inizia a far preoccupare seriamente gli addetti ai lavori del settore moda. Oggi non è più difficile per i consumatori sfoggiare borse Prada, portafogli Gucci o Louis Vuitton: copie perfettamente uguali agli originali (nella forma e nei particolari, ma non di certo nel tessuto e nella lavorazione)sono in vendita presso banchi abusivi, nel pieno centro delle città che per antonomasia sono le capitali dell’alta moda.