PROGETTO ENKAMANIA

[caption id="attachment_2520" align="alignleft" width="103"]creazione della stilista Morena Drago[/caption]Domenica 3 marzo nel corso di una conferenza stampa è stata presentata la seconda fase di ENKAMANIA, il progetto internazionale di ricerca di nuovi Fashion designers, nel corso della quale sono stati annunciati i nomi dei 5 finalisti.
La presentazione alla quale hanno partecipato Franca Sozzani, Philip Treacy, Mario Boselli e Enrico Freidhof, C.E.O. ENKA FASHION, con collegatemi video di Yoji Yamamoto e Donna Karan, ha visto i 5 finalisti emozionati e lusingati da questo primo successo. È stato Enrico Freidhof a presentarli uno dopo l’altro agli ospiti presenti:

Zac Posen: stilista americano di 22 anni, diplomatosi nel 2001 alla Central Saint Martins Fashion Design School di Londra.
La filosofia di Zac è la ricerca del luogo in cui le influenze culturali incontrano la pelle umana per formare un guscio; abiti che proteggono, trasformano ed esaltano il corpo ed i suoi movimenti. Per le sue creazioni lo stilista americano trae ispirazione da donne di varie età, personalità e cultura.

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Nail mania a Milano

Sull’onda della “nail mania” ovvero della fanatica cura delle unghie che dilaga a New York come a Los Angeles, apre anche a Milano la prima “nail S.p.A.” italiana. La nuova beauty farm tutta dedicata alle mani e ai piedi si chiama Enhancements. Ambiente elegante, toni neutri, design essenziale, candele profumate, sottofondo musicale, insomma tutti gli ingredienti del lusso milanese e soprattutto trattamenti a’ la carte. Il menu propone speciali cure che la fantasia dei comuni mortali non riesce a identificare: per esempio, cosa mai saranno il “manicure con massaggio coccolone” e quello con “maschera rigenerante”, il “pedicure della sirena”, il trattamento alla crema calda o quello al siero marino.

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KENZO DIVENTA MOLTO BRITISH

Una collezione molto british quella di Kenzo (gruppo Lvmh), disegnata da Gilles Rosier. Lo stilista ha fatto esplodere in passerella scozzesi, tweed, stampe arazzo, motivi cachemire e righe stile college, per una collezione ispirata alle bambole di porcellana, con molti patchwork e contrapposizioni di maschile e femminile. Spalle morbide, vita sfuggente e appoggiata sui fianchi, orli arricciati, marsupi in cuoio di Cordoba, stemmi e stivali in abbondanza. Verdi abbinati al rosa, ma anche rosso, arancione e fucsia, marrone e nero.

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UNGARO

L’orientalismo lussuoso di Emanuel Ungaro arriva in passerella, a Parigi, per mano dello stilista Giovan Battista Valli che dal maestro (il quale continua invece a occuparsi della haute couture) ha ereditato la direzione creativa del pret-a-porter. “Avete visto, non ho tradito!” dice Valli nel backstage abbracciando un’amica che evidentemente aveva temuto un rinnovamento e un allontanamento dallo stile della maison che fa parte del Gruppo Ferragamo. Emozionato per essere uscito per la prima volta solo in passerella, Valli spiega di aver lavorato “sulle ossessioni orientaliste di monsieur Ungaro”, con una collezione atemporale che non insegue le tendenze e che vuole essere “come un momento di riflessione”. L’allure dei capi – spiega ancora lo stilista – è di non essere finiti, c’è in loro qualcosa di sospeso. In passerelle dei blocchi di ghiaccio ingabbiano canne di bambù e orchidee, sulle cartelline stampa un cuore trafitto da un chiodo “rappresenta il dolore dell’amore che – dice Valli – diversamente dalla tradizione romantica è anche sofferenza”.

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NAIL MANIA A MILANO

Sull’onda della “nail mania” ovvero della fanatica cura delle unghie che dilaga a New York come a Los Angeles, apre anche a Milano la prima “nail S.p.A.” italiana. La nuova beauty farm tutta dedicata alle mani e ai piedi si chiama Enhancements. Ambiente elegante, toni neutri, design essenziale, candele profumate, sottofondo musicale, insomma tutti gli ingredienti del lusso milanese e soprattutto trattamenti a’ la carte. Il menu propone speciali cure che la fantasia dei comuni mortali non riesce a identificare: per esempio, cosa mai saranno il “manicure con massaggio coccolone” e quello con “maschera rigenerante”, il “pedicure della sirena”, il trattamento alla crema calda o quello al siero marino. E c’è perfino lo “champagne pedicure” che, si spera, non sprechi le preziose bollicine solo per i piedi.

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INTERVISTA AD ANNALISA CARUSO

In un caldo pomeriggio romano, l’artista “warholiana” Annalisa Caruso, ci ha aperto le porte della sua “factory”-show room, come la migliore delle padroni di casa: con un grande sorriso ci ha accolto all’uscio e ci ha fatto accomodare nel suo studio, reso luminoso da una gigantesca finestra che dà su di un cortile interno e “arredato” dalle sue opere della collezione invernale. Con l’umiltà e la semplicità che si addice ai più grandi uomini e donne di cultura, ci ha spiegato la sua filosofia creativa e creatrice, sottoponendosi alle nostre domande. E il contenuto di questo colloquio è riportato qui di seguito: a voi il frutto di questa esperienza artistica.

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COSTUME NATIONAL

È Costume National, dei fratelli leccesi Ennio e Carlo Capasa, a inaugurare la serie dei marchi italiani che sfila a Parigi. Con un ritorno al genere “underground glamour”, la griffe riporta in auge con più decisione una donna irriverente che nel vestire usa l’imperfezione raffinata. Nella giornata che celebra i fasti di Galliano per Dior, ma anche della moda giapponese (con le sfilate dei tre grandi Junya Watanabe, Rei Kawakubo di Comme des Garcons, Yohji Yamamoto in notturna) lo stilista italiano di formazione nipponica (Ennio Capasa ha imparato l’arte da Yamamoto) manda in passerella le sue origini stilistiche, quasi ripercorrendo molte delle sue idee migliori, rivisitandole. “In un mondo dove tutti copiano, noi torniamo alle nostre origini” dice Capasa. Lana, seta e acciaio si uniscono nel cappotto marrone dall’ampio collo imperfetto che crea un volume in più.

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RINASCIMENTO INGLESE DA VIVIENNE WESTWOOD

Tre sono le cose che, almeno secondo Vivienne Westwood, fanno apprezzare l’Inghilterra, e sono i vestiti, la letteratura e i giardini.

La stilista, oggi a Parigi, ha reso omaggio al suo paese, con la sua moda, la sua storia e i suoi fiori, mettendo in scena il Rinascimento Inglese visto attraverso una eccentrica fantasia.

La collezione “Anglophilia” (c’era stata già la “Anglomania”), è apparsa come un bel ritorno alle origini della Westwood, alla sua migliore ispirazione: flanella, vigogna, tweed e seta per tailleur e cappotti con il tocco in più del taglio estroso, ma sartoriale, grandi vestiti da dramma shakespeariano, gonne che si gonfiano di cuciture magistrali (ma quanta stoffa per farle!), giacche che sembrano tagliate in un cerchio di stoffa.

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ISSEY MIYAKE

È una meteora luminescente la donna di Issey Miyake: persa nell’universo si orienta con l’istinto degli insetti, per vestirsi usa un unico nastro lucente come la seta, del baco porta addosso il bozzolo come una borsa o uno zaino, dello scarabeo ha i colori e la misteriosa magia. Naoki Takizawa, lo stilista della maison Miyake (il maestro era presente alla sfilata), ha messo in passerella, a Parigi, una collezione di grande fascino che riesce a giocare con le inquietudini dell’universo senza mai diventare inquietante. Non c’è niente di strappato e rovinato, niente di catastrofico, niente che si ispiri a un “day after”: ma tutto è tagliato, ricomposto, avvolto, pressato, con un effetto finale perfino sartoriale nei blazer dove il tessuto è un bendaggio grigio ardesia, nelle giacchine dove la stoffa ha il lieve movimento delle onde del mare, nelle sciarpe color petrolio, negli abiti lunghi, sciolti e monacali, con sottili giochi di plissé.

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GAULTIER LAVORA SULLA DONNA COME CHRISTO SUI MONUMENTI

Le stampelle girano su una rotaia sospesa, di quelle usate per spostare i pezzi in fabbrica: le modelle si tolgono le giacche, le appendono, si rivestono, in un gioco di normalità che, in genere, le sfilate non conoscono. Jean Paul Gaultier ha scelto questa messinscena, ieri, per mostrare meglio anche l’interno della sua opera stilistica che ha dedicato a Christo, artista americano di origine bulgara, famoso per imballare edifici e monumenti. Gaultier invece ha impacchettato le donne in bellissimi bombare stretti da spaghi e nodi, in maglie gonfie e morbidi…

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