COSTUME NATIONAL

È Costume National, dei fratelli leccesi Ennio e Carlo Capasa, a inaugurare la serie dei marchi italiani che sfila a Parigi. Con un ritorno al genere “underground glamour”, la griffe riporta in auge con più decisione una donna irriverente che nel vestire usa l’imperfezione raffinata. Nella giornata che celebra i fasti di Galliano per Dior, ma anche della moda giapponese (con le sfilate dei tre grandi Junya Watanabe, Rei Kawakubo di Comme des Garcons, Yohji Yamamoto in notturna) lo stilista italiano di formazione nipponica (Ennio Capasa ha imparato l’arte da Yamamoto) manda in passerella le sue origini stilistiche, quasi ripercorrendo molte delle sue idee migliori, rivisitandole. “In un mondo dove tutti copiano, noi torniamo alle nostre origini” dice Capasa. Lana, seta e acciaio si uniscono nel cappotto marrone dall’ampio collo imperfetto che crea un volume in più. La pelle lavorata a intarsio ha un sapore invecchiato, quella avorio è tagliata come un trench da portare sul completo di cotone. Ci sono il nero e il marrone decorati con applicazioni di lana e lurex, la sera in velluto profilato d’oro o trafilato a effetto “gessato”, la pelliccia di lapin scuro ricamato come un alveare, il gilet di montone bianco e il “pullover” di capra nera con le spalle da sbottonare e il grande collo a mantellina. La silhouette è molto segnata, i pantaloni sono strettissimi o larghi, le gonne lunghissime o mini, le scarpe sembrano galleggiare sulle spesse suole. Costume National, in margine alla sfilata, spiega di non aver affatto sentito la crisi e di aver registrato un +20% di vendite delle precollezioni uomo e donna, sia di accessori sia di abbigliamento. Tra luglio e agosto verrà aperto il nuovo negozio a Parigi in rue Cambon mentre a Milano ci sarà presto la sorpresa di un seconda insegna Costume national. Il profumo “Scent” appena lanciato (prodotto da Kanebo e distribuito in 300 profumerie italiane che, dopo pochi giorni, hanno già chiesto il riassortimento) è già un successo, tanto che Nicole Kidman ha dichiarato: “è il mio preferito”.

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