È SCOPPIATA LA “WOOLRICH-MANIA”

Tra i giovani è scoppiata la “Woolrich-mania”: la passione dei ragazzi per i marchi di moda, che di volta in volta premia stranezze più o meno funzionali ma molto trendy, stavolta ha invece puntato su un caldissimo parka della Woolrich, l’Arctic Parka, con cappuccio bordato di pelliccia, chiamato ormai confidenzialmente “‘il Woolrich”. Per questa specie di ricco eskimo dei nostri tempi, il passaparola ben orchestrato ha fatto più di una massiccia campagna pubblicitaria. E così le vendite sono passate dai 38.000 pezzi del 1997 ai 145.000 di quest’anno. Il successo si nota nelle strade cittadine del centro e del nord Italia e promette di mostrarsi in modo evidente anche nelle località sciistiche, dato che il prezioso parka (costa 880.000 lire nella versione lunga e molto ambita), in tessuto idrorepellente, spalmato di teflon, imbottito di piuma d’oca, ha almeno il vantaggio di andare bene per la scuola, per il motorino e pure per la neve. A lanciarlo sono stati i liceali milanesi seguiti da quelli di Roma, Firenze, Torino, Bologna e Brescia, capitali della “Woolrich-mania” che, poi, ha contagiato i papà e le mamme (le quali lo preferiscono nero), per dilagare quindi tra gli studenti medi delle scuole del centro (che lo chiedono blu ‘carta da zuccherò o tabacco chiaro). Non è finita: il Woolrich, che è appena stato sfornato anche in mini-taglie, sta arrivando negli asili. Eppure la storia di questo marchio è storia dura di freddo e di lavoro, e persino di guerra. Quando il giovane inglese John Rich, nel 1826, emigrò negli Stati Uniti e andò a lavorare in un lanificio di Filadelfia, certo non poteva immaginare che il suo nome, nel Duemila, sarebbe stato ricamato sulle etichette di un ricco capo di moda. Infatti, quando con i fratelli fondò un’azienda nell’area montagnosa centrale della Pennsylvania, le sue coperte di lana e i suoi giacconi erano adatti ai taglialegna e poi ai soldati della Guerra Civile. Cent’anni dopo, il nome della società fu mutato in Woolrich ma la proprietà e la gestione rimasero, allora come ora, di proprietà della famiglia Rich (tanto che l’attuale presidente e amministratore delegato della Woolrich, Roswell Brayton, è un pronipote del fondatore). Negli Anni Cinquanta del secolo scorso, la Woolrich era ormai un’azienda di abbigliamento, aveva 10 stabilimenti di confezione negli Usa, usava non più solo la lana ma tutti i materiali più adatti all’outdoor. Ma è stato dagli Anni Ottanta che Woolrich, in partnership con la società bolognese di distribuzione ‘W.P Lavori in Corsò, ha iniziato in Italia il cammino che l’ha portato a diventare un marchio trendy nell’outerwear e nello sportswear. Tanto che oggi, con la forza del successo italiano, che per la moda in particolare è un importante biglietto da visita, Woolrich ha deciso di lanciarsi (affidando questo compito allo staff di W.P) anche nel resto dell’Europa occidentale.

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