“Ho sempre rispettato e stimato la qualità e la professionalità di queste ragazze. I miei vestiti non hanno mai avuto paura di loro”. Con queste parole, a Milano, nel salone di 700 metri quadri del suo atelier, Gianfranco Ferrè, prima della sua “sfilata del cuore” ha spiegato come mai tante top model (alcune ormai indaffarate in attività lontane e diverse dalle passerelle) fossero accorse al suo invito. Ma ha anche chiuso una polemica, durata anni, che aveva visto alcuni stilisti lamentarsi per la prevaricante presenza delle indossatrici famose, a scapito dei loro vestiti. Ferrè, i cui abiti non temono di essere oscurati dal corpo di chi li indossa, è sembrato rendere omaggio a una generazione di donne dalla forte personalità, che ha contribuito a fare grande la moda degli anni 80-90. E così, per la festa voluta da Tonino Perna (patron della It Holding che controlla il marchio Ferrè) ha scelto molti nomi a lui cari per dar vita a 70 abiti tra i quali, per gli invitati, era difficile distinguere quelli del pret-a-porter da quelli dell’alta moda, perché tutti accomunati dal medesimo alto contenuto di idee. Ed era anche difficile individuare le “annate”: impossibile datare, infatti, il lungo e sontuoso paltò cammello, riemerso da lontani ricordi, ma diventato attualissimo con gli stivali dell’ultima collezione Ferrè. Arduo collocare nel tempo il completo da byker in pelle stringata, il tailleur di coccodrillo, l’abito in tasselli di pelle su tulle, il top di rafia, il kaftano ricamato d’argento, i vestiti rossi con ricami d’oro a spirale, la gonna-canestro, l’abito-obi. Gianfranco Ferrè li ha portati in passerella scegliendoli sul filo dei ricordi e delle emozioni, tra le collezioni archiviate dall’inizio della carriera, il 1978, e le ultime sue creazioni, quelle del terzo millennio. I 300 ospiti, molti dei quali a digiuno di moda, ma tutti impressionati, hanno applaudito con entusiasmo abiti e modelle. C’era Naomi Campbell che ha indossato di nuovo l’abito cortissimo, quasi una enorme collana ondeggiante di corallo rosso, con cui era stata tanto fotografata pochi anni fa. C’era Pat Cleveland, con la sua indefinibile aria esotica e le sue famose movenze feline: anche ieri, come tanti anni fa, ha portato in scena una magnifica camicia bianca, il capo-cult di Ferrè. Non c’era invece Carla Bruni, trattenuta a casa dalla bimba di pochi mesi, ma c’era mamma Nadege, che di figli ne ha tre e ha mantenuto quell’aria simpatica da ragazza, con i capelli cortissimi e il sorriso della donna normale. C’era Helena Christensen, una delle top più famose degli anni 80. C’erano Marpessa ed Ester Canadas. E a sorpresa c’era anche la giovane australiana Megan Gale, mai stata una vera top ma molto applaudita dal pubblico per la sua esuberante avvenenza. L’atmosfera della serata era comunque molto particolare: le top model, addolcite da qualche segno del tempo, (c’era chi aveva raggiunto 50 anni) e rese più umane dalla maturità, erano la commovente prova che la bellezza dura se ben condita da eleganza e fascino. Dopo la sfilata le modelle sono riuscite a raggiungere tra il primo e il secondo (riso selvaggio con verdurine e straccetti con asparagi) gli altri ospiti, distribuendosi nei 30 tavoli.
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