UNA SFILATA PER CONSACRARE IL CIOCCOLATO

Una sfilata di abiti ispirati al cioccolato, realizzati dagli allievi della scuola di moda romana Ida Ferri ha coronato l’incontro con gli esperti sul rapporto delle donne con il cioccolato che si è tenuto a Roma. In pedana, a consacrazione della passione femminile per il cibo degli dei, ha sfilato, per un pubblico formato da sole donne, la baronessa Giada Dromi, figlia della contessa Patrizia de Blanc, in prima fila con la rossa “madame Picasso”, altro personaggio chiambrettiano di “casa Balestra”. Il cioccolato tatuava i corpetti in tulle color carne, abbinati a gonne con code in tela denim o in raso vinaccio, si trasformava in spille, orecchini e centrali di collane e strozzini, decorava mini-abiti nude-look fatti di trecce di pop corn, mentre alle signore venivano distribuiti tazze fumanti della dolce bevanda e cioccolati di ogni tipo e gli oratori spiegavano i motivi del debole delle donne per il cioccolato. La passione femminile per il protagonista dell’incontro, secondo quanto scritto nel libricino scritto dalla giornalista Mara Parmegiani, comincia con Maria Antonietta e arriva ad Hillary Clinton. La regina di Francia non poteva farne a meno, tanto che viaggiava sempre con il suo cioccolatiere al seguito; le nobildonne spagnole non sapevano rinunciarci neanche nel periodo quaresimale; alla Monaca di Monza, racconta Manzoni ne “I promessi Sposi”, fu offerta per addolcire l’impatto con il convento. In Europa, la cioccolata arrivò tramite il conquistatore Cortez. Secondo lo psicologo Alessandro Amadori, “si possono distinguere varie tipologie di consumatrici; le sportive lo assumono per utilità; le compensative, lo vivono come individualità; le ablative gli danno una connotazione di socialità e le passionali di piacere individuale”. Il nutrizionista Carlo cannella ha rassicurato le ospiti sul valore positivo del consumo di cioccolato.

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