L’ECCENTRICITA’ DI SCENA A MILANO

Creazione Armani
Re GIORGIO ARMANI, sconvolge il suo pubblico, portando in passerella una collezione in controtendenza con quelle precedenti. Un cappotto chiuso da un rever che sembra un fiore, un soprabito maculato, un cappotto dal collo a petali che fa sbocciare il viso, un poncho in pon pon di visone, un abito da sera stampato a fiori, ricamato con sottogonna in tulle nero. Lui, che ha sempre mantenuto un certo rigore, ha portato in pedana l’eccentricità. Come si dice “solo gli sciocchi non cambiano idea” E, Giorgio Armani che più di ogni altro conosce i gusti della gente, ha pensato bene di cambiare direzione al momento giusto. In chiusura di sfilata, Giorgio Armani, ha dichiarato in proposito: “la moda ha bisogno di eccentricità, perché l’abbiamo appiattita. Le donne hanno voglia di apparire una diversa dall’altra, quindi l’individualismo oggi è importante”. Nel parterre ad applaudire Re Giorgio i soliti nomi noti: Sofia Loren, Claudia Cardinale, Ornella Muti, Greta Scacchi, Laura Pausini, il fotografo Peter Lindberg, il regista Matteo Garrone, il calciatore del Parma Nakata.

ALBERTA FERRETTI dedica al fotografo Helmut Newton la sua collezione autunno/inverno 2004/5; in passerella le ultime muse che sono state immortalate dall’obiettivo del maestro della foto glamour: Maria Carla e Natasha. La collezione è interamente giocata sulla “laccatura”, il capo viene cucito, poi interviene la lacca e talvolta la pressa. Il risultato finale è a dir poco straordinario, non c’è vestito uguale a un altro. I capi della collezione sono tutti raffinati ed intriganti, la paletta cromatica è giocata sui toni grigi e sui neri ma non mancano i passaggi ai colori forti.

E’ invece la Sicilia con le sue donne forti ad ispirare il percorso creativo di ANTONIO BERARDI, lo stilista italo-inglese con questa collezione viaggia attraverso i ricordi, rievocando la terra che ha dato i natali al padre. La collezione è anche ispirata a Sarah Bernhardt, attrice che ispirò Marcel Proust. Risultato? Lo stilista interpreta una donna dal piglio forte, androgina per dirla in breve, dove la donna attinge dal guardaroba maschile. Straordinaria l’interpretazione del ruolo di Maria Carla Boscono che ha indossato con disinvoltura un giubbino in Principe di Galles, costruito in maniera inconsueta, dove il sopra diventa il sotto e il davanti il dietro. Anche un abito in voile leggero stampato a fiori ha un dettaglio maschile, interessante anche lo spolverino di pizzo chiuso da cinture di pelle. Scenografico il top da sera, fatto come una guepiere, portato con la gonna stretta. Un ulteriore esame passato a pieni voti da Antonio Berardi che si riconferma, con questa collezione, uno dei nomi più interessanti che l’attuale panorama moda possa offrire.

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