Nasce a New York nel pieno dei mitici anni sessanta. In un certo senso il suo destino di fotografo era già segnato alla nascita. La madre Annie Lomax fece per anni la stylist di moda; il padre, il famoso Bob Richardson, insieme a Helmut Newton e Richard Avedon, ha rivoluzionato la foto di moda negli anni settanta. Una piccola macchina fotografica gliela mise in mano ancora adolescente proprio la madre. Fotografava il suo quotidiano nella maniera più spavalda e disinibita che si possa pensare, gli amici rockettari di Ojai in California dove allora viveva e coi quali aveva fondato una banda di cui ancor oggi porta la sigla tatuata sul petto “SSA” (Signal Street Alcoholics). Fotografava se stesso e gli altri con una manualità naturale, estemporanea e sfacciata. C’erano già allora i germi del suo stile; sfrontato, aggressivo, disinibito. Talvolta al limite del pulp, intriso senza metafore di esplicito erotismo, ma condito da una buona dose di autoironia che ne mitiga i contorni. Uno stile che può talvolta essere estremamente inquietante per la sua crudezza, ma che buca le pagine patinate delle riviste di moda, i cartelloni pubblicitari, intriga e attrae quanti hanno a che fare con Richardson.
Qualcuno lo ha giudicato un moderno Newton; lui stesso si autodefinisce rocktografo, miscelando in un gioco di parole la sua passione per le foto e per il rock. La sua tecnica è l’assenza di tecnica: l’obiettivo sono i suoi occhi, il suo carisma, la sua capacità di tirar fuori da chiunque e da se stesso attimi di verità, qualunque essa sia. Non usa artifici e sovrastrutture: ci sono lui, due instant-camera impugnate contemporaneamente e una voglia irrefrenabile di godersi la vita e di fissarne le emozioni sulla pellicola.
Ha firmato è firma campagne pubblicitarie per i più grandi marchi della moda.
Lavora per le riviste di moda più prestigiose del mondo. Vogue Francia, Vogue Inghilterra, Harper’s, Bazaar, i-D.
Ha fotografato le donne più belle e invidiabili della terra. Faye Dunaway, Catherine Deneuve, Sharon Stone.
Dal 1997 insieme al direttore creativo Nikko Amandonico crea e realizza con le sue due machine fotografiche le campagne pubblicitarie Sisley: storie pazze, raccolte poi ad ogni stagione in cataloghi, diventati oggetto di culto dei giovani.