Immaginate “Una sera d’estate”: una di quelle in cui si assapora la frescura che discende dal cielo, sotto l’occhio luminoso delle stelle del firmamento. Immaginate il Giardino delle Tre Fontane dell’Eur, a Roma. E’ questa la suggestiva location scelta dall’Accademia Altieri per presentare la sfilata di Alta Moda, coronamento finale dei corsi nelle discipline di Moda e Arte. Calano le luci, si accendono i riflettori. Il simpatico mattatore Marco Senise ha il compito di aprire le danze.
Non senza aver prima ceduto la parola all”ingegner’ Silvio Mucci, presidente dell’Accademia, e al Vicesindaco per la Moda Enrico Gasbarra. In prima fila, ad assistere all’evento, ospiti d’eccezione del calibro di Fausto Sarli e Micol Fontana, a completare un ricco parterre di giornalisti, fotografi, industriali, stilisti, esperti del settore. Ogni creatore ha il suo abito-guida, proiettato sul maxischermo, la sua colonna sonora, la sua personalissima evocazione ed interpretazione di un’epoca. 15 giovani stilisti, neo-diplomandi del terzo anno accademico. La parola d’ordine è contaminazione: di stili, di culture, di luoghi, di atmosfere. Il risultato: un”Intreccio d’idee”. E’ così che s’intitola il quadro moda. Intreccio di tessuti, di memorie, di emozioni. Si parte dal Far West seguendo un percorso interculturale che termina a Bisanzio, passando attraverso paesi lontani come l’India e la Cina, portandosi dietro le suggestioni della Victorian age, avventurandosi nel ‘700 veneziano, approdando alla pittura di Klimt. Abiti dai colori pop, cow girls in jeans e tessuti “pezzati” in ecopelle, rubati alla mandria; ricami di perle, broccati. Una Cleopatra del nuovo millennio incede in passerella in abiti dai tagli decisi e asimmetrici, all’insegna del nero e dell’oro. Corpetti in raso, pantaloni decoratissimi sulle note di un rondò-veneziano scandito dai loop della techno; camicie-kimono ed abiti rosso lacca dipinti a mano rievocano la geisha di una Cina spirituale; l’eterea, fragile donna klimtiana inneggia all’oro, all’arancio, fasciata in morbide gonne, impreziosite da brillanti decorazioni; sfavillanti i sandali allacciati alla schiava. Le armature medievali diventano aggressive amazzoni fetishchic: borchie, corpetti in pelle, placche d’argento applicate su trasparenze in organza. E’ la volta di Bisanzio: oro per il corpetto ‘mosaicato’, abito in chiffon e prezioso shantung ad avvolgere le spalle e le gambe della donna bizantina. Danza l’India multicolore: esotismo e sensualità nei sorprendenti corpetti in colla termofusa, arricchiti da piume e perle. D’improvviso si spengono le luci, l’attenzione è carpita dalla flebile fiamma di una candela. Le ombre si distinguono: giovani “mascherati”, a piedi nudi, dispongono a terra un lenzuolo. Inizia una suggestiva e sinuosa danza, ad opera del corpo di ballo Mythos. Nastri ed intrecci. Un intrigante gioco di corpi che introduce la seconda parte della sfilata, il fuori programma degli allievi del secondo anno. I loro abiti sono stati creati con le pelli della Conceria Martucci, azienda leader da trent’anni nel settore. Un rapporto di partnership con l’Accademia Altieri, sancito dallo scambio sinergico di forze, all’insegna della creatività e della promozione di giovani talenti. E’ un inno al colore e alla natura, l’ispirazione floreale è evidente: intrecci d’edera, girasoli, rose…Fiori dipinti, applicati, intagliati. Pelle rossa ‘spalmata’ di vernice, pelle che diventa puzzle, “incisioni” artistiche, toppe, frange. Patchwork, inserti, coriandoli in pelle, nastri di seta ed organza, morbide geometrie. Un’incredibile giostra di colori che comprende: giallo, verde, bianco, rosso, rosa, azzurro…Scamosciati, nabuk, perlati. Un suggestivo Arlecchino moderno: rombi di pelle fermati da borchie in metallo; pelli idrorepellenti e oliorepellenti per un costume da bagno, impreziosito da una gonna in organza con strisce di pelle colorata. Nappa nera e cotone bianco per una country- girl sofisticata, e perfino un richiamo alla Ferrari, nel cavallino applicato sui pantaloni in pelle rossa con zip laterali. Ognuno ha rielaborato la materia con la sua tecnica: semplice, indecisa, sofisticata, appassionata. Passione e commozione trapelano dalle stesse parole di Micol Fontana, che così commenta la sfilata:”Questi ragazzi sono dei piccoli geni. Voi non sapete cosa si prova lì dietro, nei camerini, col cuore che ti batte all’impazzata. E’ un’emozione fortissima, che io conosco bene. Vi auguro un grande successo. Incrociate le dita, ragazzi!” Fausto Sarli, da guru napoletano dello stile, ha la sua pillola di saggezza: “In questo mestiere c’è bisogno di un grande valore: la modestia. Non dimenticatevene mai”. Truccatori, parrucchieri, scenografi, grafici, indossatrici. E’ ora di calcare la scena. Tutti insieme, per il saluto finale. Scattano i flash, scrosciano gli applausi. Giovani creativi, sorridenti, colorati, emozionati. Che hanno voluto cogliere suggestioni che superano i limiti spazio-temporali. E ci sono riusciti. Con la maestria degna delle giovani promesse della moda italiana.