Ambiguità e decadenza sfilano sulla passerella di Marella Ferrera.
Scenario da fine ‘800, una voce fuoricampo declama poetici versi, le modelle percorrono la passerella due alla volta interpretando in un gioco stilistico e simbolico le due anime dell’essere femminile, quella sensuale e romantica, quella aggressiva e maschile.Il risultato è una dama d’altri tempi, elegante, sofisticata ma soprattutto romantica, la vita stretta dentro corsetti che ne esaltano la figura, le spalle avvolte dentro maniche a sbuffo.
Ed è un fiorire di trine, pizzi, arricciature, drappeggi, in un alternarsi di vedo non vedo, di morbidi velluti, preziosi broccati e sete trasparenti, linee vaporose e asfissianti bustier.
Ma nel gioco del doppio la donna si trasforma improvvisamente, abbandona fragilità e frivolezze, per vestire i panni di un nostalgico cavaliere.
Frustino alla mano, quest’amazzone aggressiva e determinata, sfoggia pantaloni strettissimi che ne fasciano le gambe e rigidi corpetti a collo alto.
La tavolozza è in perfetta sintonia con il gusto retrò della collezione, spaziando dal rosa antico al bordeaux, dall’onnipresente nero al bianco ghiaccio.
Una poesia antica, lirica e trasognata, ma non priva di spunti attuali come quello del doppio, la collezione della stilista siciliana emoziona per la ricchezza ed i dettagli.