“Il mio intento è creare l’abito-scultura”, questo ci ha confessato Gianni Molaro, lo stilista che il 23 luglio ha dato vita ad una fusione d’arti e stili diversi, con il suo defilè, allestito a Piazza di Siena, nel cuore della Roma mondana. Con uno sfondo arricchito da una luna piena appesa in un cielo terso, ha animato abiti di lusso, realizzati per una donna elegante ma sfrontata, dal fascino ambiguo, e misteriosa come solo le orientali possono essere.In un gioco di materiali (tessuti, metalli e cristalli) che s’intrecciavano, ha dato vita a abiti scultorei, rifacendosi alle creazioni della sua amica scultrice RABARAMA: come Michelangelo che per creare le sue statue non faceva altro che liberarle dal blocco di marmo in cui erano imprigionate, così Molaro ha animato lo spirito delle sculture,creando capi dalle geometrie e dalle fantasie “plastiche.
La sfilata è stata inaugurata dalla testimonial della maison, Arianna David, che fasciata in un abito scintillante, con una sagoma umana applicata sul retro che le avvinghiava la figura, ha dato il via ad una passerella di 25 creazioni, inno alla fusione dei materiali: al fine di creare una donna sinuosa, quasi scultorea, ogni minimo particolare è stato curato nei dettagli, dalle acconciature ai drappeggi resi speculari alle statue conservate nei più prestigiosi musei. Le statuarie modelle passeggiavano leggiadre nei loro abiti eleganti, raffinati da disegni geometrici che ricordavano capitelli greci o da tessere numerate che formavano, ad incastro, l’alveolo degli abiti; i piedi e le braccia erano fasciati da lacci che ci hanno avvinghiato portandoci nelle selve dell’antica Grecia, tra le giovani ninfe.
E’ stato un trionfo, un inno all’arte; e visto che, come ci ha confessato lo stesso stilista, “tutto quello che creo deve trasmettere emozioni”, anche il modello maschile proposto è stato velato da un manto d’incanto, proponendo uno stile a cavallo tra l’atleta dell’antica Grecia e il principe delle fiabe: in maniera quasi impacciata, hanno sfilato mascolini uomini, dal fisico scolpito, con indosso solo il perizoma e impreziositi, sulle braccia e sui piedi, da reti d’orate lavorate che ricordavano le statue dei tritoni della mitologia, figure impersonali e fredde nella loro perfezione, ma ingentiliti dalle corone fiabesche appoggiate sul capo.Che dire, il defilè è risultato essere un invito alla fusione delle arti, un esempio artistico e fantasioso isolato, nel panorama del fashion internazionale, per far capire come la moda possa farci catapultare, solo con un semplice abito, in una dimensione onirica-artistica dove tutto sia possibile…