In una sala semi-deserta, forse per l’eccesiva puntualità dell’inizio dell’evento, hanno sfilato le creazioni di tre giovani talenti della Flanders Fashion Institute & Royal Accademy, una scuola statale che forma i suoi allievi attraverso una dura legge naturale: chi non è abbastanza bravo viene cacciato.
La donna proposta sembrava una sopravvisuta di una guerra nucleare che si deve vestire assemblando tessuti e frammenti di abiti diversi, dallo street wear all’urban chic, dalle tuniche alla schiava al glamour anni ’80, dal geometrismo anni ’60 allo stile hippy: così si sono visti abiti in stile amazzone dai tessuti leggeri abbinati a pantaloni di camoscio e code di volpe, scaldamuscoli blu a righe rosa, maglie strappate, veli sovrapposti, scarpe ultrabasse, giacche legate al collo e portate come sciarpe. Osare, osare, osare: questa è la parola d’ordine, l’imperativo categorico di questa collezione ideata da giovani e rivolta ai giovani o meglio a quei giovani che amano sperimentare mischiando capi e fantasie, tagli e modelli con un tocco di ironia e soprattutto senza prendersi troppo sul serio.