Tilmann Grawe, lo stilista che ha fatto della sua testa calva il logo stilizzato del suo marchio, si è presentato per la prima volta al pubblico italiano, interpretando una visione contemporanea della moda. Per lui la moda è assolutamente donna, una donna che si guarda in giro con sguardi ammiccanti come se cercasse consensi, una donna che si nasconde dietro occhiali ma al tempo stesso si esibisce con spacchi laterali vertiginosi, una business woman in tailleur intenta a rispondere al suo cellulare ma sempre mantenendo inalterata la sua eleganza. Lo stilista presenta una donna sofisticata spargendo ovunque tocchi di rosa, perfino tra le ciglia delle modelle dove fanno la loro comparsa lunghe piume di struzzo rigorosamente pink. Femminilità, eleganza e sobrietà non nascondono, tuttavia, la natura selvaggia della donna di Tilmann Grawe, che si manifesta attraverso cappotti con colli in piume di gallo, vestiti con colli di volpe argentata, abiti con colli con piume d’uccello del paradiso nero, bustini in pitone con inserti in corno di bufalo e dagli shorts in pelle di struzzo. Si passa da dettagli dai toni naturali a quelli più artificiali come gli inserti di plexiglas, ma alla fine per lo stilista, la donna è lusso, sfarzo, esagerazione, ed il suo unico intento è apparire come quando si presenta ad un cocktail con una gonna impreziosita da cristalli di Boemia.
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