Nessuno ha il minimo dubbio, la mostra “Correspondeces” di Yohji Yamamoto, presentata in occasione della 67ma edizione di Pitti Uomo presso la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti a Firenze, sarà senz’altro ricordata come un evento straordinario. Una conferma per quanti sostengono che la moda, in certi casi, può tranquillamente considerarsi espressione d’arte. Gli abiti che hanno fatto gridare allo scandalo i più tradizionalisti, che hanno mostrato un nuovo aspetto della moda, che hanno rivoluzionato silenziosamente la storia del costume si sono integrati alla perfezione con le opere d’arte esposte nella Galleria di Palazzo Pitti, quasi a formare una vera e propria appendice delle opere stesse. Ognuno dei 90 capi, che rappresentano le tappe fondamentali della storia artistica di Yohji Yamamoto, è perfettamente entrato in simbiosi con la sala che lo ospita: per stile, colore, suggestioni e assonanze. I manichini dialogano con i quadri, con le sculture; in ognuna delle trenta sale che ospitano la mostra, gli abiti sembrano cercare fra i personaggi delle opere delle guide, dei compagni di viaggio che li aiutino a percorrere l’intreccio di due storie parallele che per un caso strano del destino si sono incrociate. L’effetto che si crea è difficile da descrivere: il visitatore della mostra si sente catapultato in un mondo fantastico, irreale. Come in un sogno: personaggi del risorgimento interagiscono con gli abiti di Yamamoto; gran dame dell’Ottocento si lasciano sedurre dalle mises dello stilista nipponico. Il risultato sbalorditivo della mostra si deve, anche, agli allestimenti di Masao Nihei, collaboratore storico di Yamamoto, che ha impiegato due mesi per studiare le luci e la disposizione delle sale. Un lavoro scrupoloso dettato dalla volontà di sfruttare al meglio la luce naturale delle sale. La luce, infatti, ben filtrata da persiane e oscuramenti studiati appositamente, regala ai manichini giochi di luce particolari. La mostra nella sua interezza, va considerata come un atto dovuto della fondazione Pitti Immagine verso colui che ha cambiato inesorabilmente l’approccio alla moda.
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