MILANOfreestyle e’ semplicemente l’unica fiera di moda femminile, un’occasione unica e comunque prestigiosa, per presentare in anteprima le proprie collezioni, poca filosofia e molta pratica sembrerebbe, eppure… C’e’ un filo conduttore che attraversa gli stand, gli abiti trasmettono un nuovo modo di essere, più libero, svincolato da linee imposte e definite, le forme sono destrutturate e richiamano terre lontane, sensazioni, una comodita’ che non rinuncia all’ estetica, che diventa piu’ personale, intima. Protagonista e’ la ricerca, non solo stilistica e tecnica ma culturale, emozionale, ogni particolare e’ accuratamente studiato, ed e’ curioso notare come lo sportwear e il citywear, collezioni considerate di secondo profilo rispetto all’alta moda, racchiudano in se’ così tanti significati, di preziosita’ e anticonformismo, all’insegna di una moda nuova, giovane, fresca. Ma trovata la quadratura del cerchio di una manifestazione partita con ottimi propositi rimane il problema di fondo di un’organizzazione deficitaria in termini di servizi, supporto agli espositori e promozione dell’ evento, scarsi i compratori e piu’ in generale i visitatori. In poche parole una fiera un po’ in sordina, che stenta a decollare malgrado le ottime premesse e potenzialita’, certo un appuntamento ancora giovane e in fase di rodaggio, ma che forse, per quella che e’ la sua dimensione di sperimentazione e originalita’ meriterebbe piu’ coraggio e attenzione da parte degli enti organizzatori. Si ringraziano per la gentile collaborazione: (in ordine alfabetico) Alviero Martini, Bagutta, Balajo’, Belfe, Cerruti Jeans, Erreuno Light, Exe, Gai Mattiolo Jeans, Gas, Gattinoni Jeans, Les twin set, Mariella Burani – Le sportive, Post Card, Svevo, Versace Sport
Milanofreestyle: un flop?
