LE ORIGINI: TRA NORVEGIA E INDIANI D’AMERICA
Gli Indiani del Nord America inventano gli antenati dei penny loafer, fasciando il piede con un unico pezzo di pelle morbida che si alza sui fianchi. Tanto, che il termine “mocassino” deriva dalla traduzione della parola “calzatura” nella lingua Algonquan parlata dai pellerossa. Ma nella forma più simile a quella attuale, il penny loafer si diffonde dal 1932. Quando la famiglia americana Spaulding avvia la produzione di comode calzature ispirate a quelle per la mungitura dei produttori lattiero-caseari norvegesi, ritratti da un servizio del magazine Esquire. A loro volta, le scarpe di questi lavoratori derivano da quelle dei Lapponi che, a differenza dei mocassini indiani, sono ricavate da più pezzi di cuoio cuciti insieme.
ANNI ’30: DA UN BACIO AL MOCASSINO, NASCE LA MASCHERINA A FORMA DI LABBRA
Gli Anni ’30 segnano il boom dei penny loafer. Nel 1936 l’azienda americana GH Bass del fabbricante di stivali John R. Bass, lancia i Weejun Loafer. Dove Weejun è l’abbreviazione di “Norwegian” (norvegese), mentre Loafer significa “scansafatiche”. A questo industriale si deve l’invenzione della mascherina a forma di labbra che in seguito avrebbe ospitato la tipica monetina da un penny. Si tramanda che questo intaglio stondato sia stato ispirato dalla bocca della moglie di John, Alice Bass, che baciava sempre le sue calzature prima di uscire. Fatto sta, che inizialmente i mocassini Weejun non vengono approvati dai critici di moda che li bollano come “slippers” (ciabatte), sconsigliandone caldamente l’uso.
ANNI ’40: DA FRED ASTAIRE AI CAMPUS
Per ballare il tip tap Fred Astaire adotta i loafer, lanciandoli come scarpe da indossare addirittura col frac. Ma la fortuna dei mocassini è sancita dai giovani americani dei campus universitari che li adottano come comodo accessorio dell’abbigliamento informale. Loro è l’abitudine di inserire nella mascherina a forma di labbra quel penny divenuto tipico accessorio dell’accessorio. Al punto che il mocassino verrà ribattezzato “penny loafer”.
ANNI ’50-’70: DAI MODS AL MOCASSINO-STIVALE
Lo stile Ivy League esce dai campus americani, diffondendosi in tutto il mondo e tra ogni categoria sociale. I mocassini diventano un emblema di eleganza, conquistando il gusto dei jazzisti e degli operatori finanziari. Mentre, i primi mods ne fanno un elemento della loro “divisa”. È tempo di modernismi. Fratelli Rossetti reinterpreta il mocassino, sostituendo la mascherina a bocca con un’applicazione di metallo rivettato e trattando la pelle con un inedito effetto sfumato-anticato. Di lì a poco la contestazione studentesca del ’68 rivoluzionerà il mondo. In anticipo sulla svolta epocale, Fratelli Rossetti estetizza lo spirito rivoluzionario, lanciando il mocassino yacht foderato in spugna per essere indossato senza calze e il loafer rielaborato in forma di stivale o sandalo.
ANNI ’80-’90: IL MOCASSINO DA SERA
Negli Anni Ottanta, sull’onda dello stile preppy tornano i penny loafer in un revival del casual americano Anni ’40. Gli stilisti che si stanno affermando rinnovano il mocassino, reinterpretandolo in fantasiose varianti, spesso progettate e realizzate in collaborazione con Fratelli Rossetti. Rinnovati di stagione in stagione, i penny loafer si conquistano un ruolo insostituibile nell’eleganza dinamica e confortevole che avanza con passo sempre più svelto. Fratelli Rossetti li reinterpreta anche in versione glamour da sera con applicazioni di passamaneria.