INTERVISTA A GIUSEPPE ZANOTTI

Giorgia Surina
La scrittrice Paola Jacobbi, nel suo libro “Voglio quelle scarpe”, ha sottolineato che la più grande ossessione femminile è rappresentata dalle scarpe. Noi per capire qualcosa in più su questo affascinane mondo delle calzature, abbiamo incontrato, nel suo showroom di Via Montenapoleone a Milano, colui che ha messo le scarpe ai piedi delle donne più belle, stiamo parlando di Giuseppe Zanotti…

Una “donna complicatissima”, così si può sintetizzare il mood della collezione calzature di Giuseppe Zanotti design per questa stagione fredda. Perché?

“La donna nasce complicata, nel senso che quando una donna deve essere impeccabile, dal mattino alla sera, deve stare molto attenta a cosa indossa, deve avere nel proprio guardaroba diverse possibilità di cambio, noi facendo una collezione così articolata, così aperta, fatta di diversi modelli cerchiamo di pensare alla donna nei diversi momenti della giornata e anche nei momenti della sua vita perché ci sono calzature per un matrimonio, per un party, per un cocktail, per una sera al teatro e poi anche per una sera in discoteca o alla fine per camminare al mattino e per fare lo shopping. Quindi, pensare ad una collezione di 800 modelli è oggi pensare alla donna, e poi, inoltre, devi pensare alla donna dell’autunno-inverno 2008-09 quindi è ancora più complicato.”

La donna di oggi guarda soltanto le scarpe, perché, secondo lei, questo ritorno così esasperato all’accessorio?

“Dal mio punto di vista: il punto di vista di un designer di calzature, la donna oggi ha più personalità, ha molta più scelta e soprattutto decide in un modo autonomo rispetto a prima cosa mettersi. La donna non è più schiava dello stilista che dice: ok, questa è la moda e devi vestirti così. Oggi la donna decide da sé come vestirsi e come abbinare un accessorio ad un abito. E’ molto bello vedere una donna elegante che ha un bel paio di scarpe, una bella borsa e in fondo un look molto semplice. Quindi cominciamo a vedere la donna in una dimensione diversa: una donna che ha personalità, una donna che ha carattere, che può scegliere, che può decidere il proprio outfit, che può scegliere da sola di essere stilista. Lei è la stilista, lei è la stylist di sé stessa. Gli stilisti, quindi, possono dare dei suggerimenti e proporre lo scenario e proporre dei prodotti. Io, ad esempio, faccio la mia collezione: 800 scarpe, e la donna passa e sceglie quello che ama comprare, anche in modo istintivo, emozionale. Compra un prodotto caro, di qualità, però rigorosamente italiano. Noi quando facciamo le nostre collezioni pensiamo solo alla donna, non pensiamo alla moda e alle tendenze.”

Abbiamo visto in ogni angolo dello Showroom foto di diverse testimonial come ad esempio Monica Bellucci. Questo perché, per lei, rappresentano la donna di Giuseppe Zanotti Design o è una scelta casuale?

“Queste sono le foto di un libro di Gianpaolo Barbieri appena pubblicato. Un mio caro amico fotografo; il libro raccoglie un numero incredibile di foto che lui ha scattato dagli anni ’60 fino agli anni ’90. Queste foto raccolgono un significato di bellezza. All’interno ci sono foto di donne, foto di viaggio, foto di stilisti. Ho tirato fuori dal suo libro una decina di immagini che ho abbinato alle mie scarpe perché trovo la bellezza possa essere in qualche modo legata al mio prodotto. Forse è una presunzione, ma noi cerchiamo con la qualità dei tessuti, del gioiello, dei tacchi, della linea, dell’atmosfera che diamo alle scarpe di avvicinarci a una bellezza del prodotto e Giampaolo Barbieri lo ha fatto con la sua fotografia. Quindi ho pensato che fosse molto carino metterle insieme queste due forme espressive.”

Un inno alla bellezza quindi?

“Un inno alla bellezza si, perché la donna si merita di avere prodotti belli. E’ innato che la donna, comunque, da quando è bambina ama essere elegante, ama giocare con le scarpe, con gli abiti. Io cerco di seguire un po’, nel mio immaginario, nel mio sogno queste esigenze della vita della donna. Le scarpe prima di farle, devi pensarle; devi pensarle per questi momenti anche magici, unici: una cena con la persona che ami o con gli amici. Con discrezione, con rispetto cerco di fare moda, seduzione, senza arrivare a nessuna volgarità, cerco di fare il mio lavoro pensando ai piedi della donna, pensando anche ai suoi desideri.”

C’è qualche personaggio famoso che in occasioni pubbliche ha indossato le sue scarpe?

“Assolutamente si! Sono sempre tante le attrici che, talvolta contravvenendo ai diktat contrattuali, nelle cerimonie più importanti mettono ai piedi le nostre scarpe come ad esempio durante “la notte degli Oscar”. Ma anche molte cantanti hanno dimostrato una grande affetto verso le nostre calzature; una di queste è sicuramente Rihanna che ai recenti “Grammy Awards” ha sfoggiato le nostre calzature.”

Lo stivale, il sandalo o il decolleté qual è il modello che preferisce di più, se dovesse sceglierne uno?

“Io adoro il sandalo perché mi piace vedere il piede scoperto, quindi è seducente. Lo stivale copre il piede. In questa stagione fredda la parte del leone, tuttavia, la faranno gli stivali, però noi abbiamo fatto anche molti sandali, perché immagino di vedere, piuttosto che lo stivale, il piede coperto da una calza nera, quindi la forma, la silhouette della gamba è visibile e col sandalo riesco ad immaginarla bene questa scena: sandalo, tacco alto, calza coprente, donna molto sexy, sicura e seducente. E’ un film che a me piace, nel senso che, quando disegno le scarpe, devo pensare a questo mondo immaginario per poi tradurlo in prodotto. Devi partire da quello che immagini per poi arrivare alla scarpa, questo è anche il mio lavoro.”

Per finire, come chiamerebbe questa collezione?

“Io l’ho chiamata scherzando: “Discodramatic”. Nel senso che ci sono dei riferimenti alla “Disco Music” degli anni ’80. “Dramatic” perché in qualche modo, è innalzata quasi al teatrale. Uso molto raso, molto goffrato, pertanto è quasi plateale, ma è un gioco. E poi la sdrammatizzo con dei tacchi impreziositi da cristalli che sembrano quelli delle sfere delle discoteche degli anni ’80, stile “Saturday night fever”, oppure come la scarpa che è dedicata a “Ziggy Stardust” di David Bowie, che è un patchwork di materiali: molto grafica, appariscente ma in fondo sulla linea decolleté. Quindi dove metto cose pesanti poi uso modelli semplici, oppure su modelli semplici poi aggiungo un tacco gioiello: Trovo bello che una donna mentre cammina fa vedere il tacco, lo stiletto, la scarpa con il gioiello sul tacco. Immagino anche questa forma velata di seduzione.”

C’è qualcosa in una donna che la eccita più del tacco?

“Per me che amo le donne è misterioso tentare di capire cosa stia pensando una donna. Tu pensi di aver conosciuto la donna, ecco che invece c’è la sorpresa, nel senso che la donna è acuta, ha una sensibilità unica. E’ eccitante cercare di conoscerla. Forse questa è la cosa più curiosa.”

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