HAUTE

Haute conferma il proprio istinto di ricerca sperimentando nuovi percorsi creativi, sintesi di passato e presente, così se il suo cuore è fatalmente attratto dalla polvere che rende autentico il già vissuto, la sua anima supera il gap temporale proiettandosi verso ciò ancora che non è.
Il salto spazio temporale si rifà ad un’estetica anni ’60 con forti riferimenti all’Europa dell’Est per colori, sensazioni, reminiscenze.
Il rimando alle fogge militari è sottointeso, riaffiora in maniera quasi impercettibile. I materiali alternano aspetti usurati a sperimentazioni avanguardistiche.
Le nuove scale di grigio si soffermano su aspetti non finiti, non uniformi, ottenuti con tecniche handmade. Dalla polvere all’ardesia si caricano di vibrazioni metalliche.
Bagliori e riflessi argentei si stemperano nelle nuance slavate, scolorendo sino a raggiungere effetti maltinti e invecchiati, immedesimandosi nell’aspetto vissuto fino ad assumerne gli aloni del tempo.
Esempio ne sono i cappotti di recupero in tweed, smontati e riassemblati, gli abiti in cannetè lucido raschiato a mano fino ad apparire verniciato a catrame, i montoni tinti a mano e infeltriti, l’abito principe di Galles in cotone maltrattato e scolorito.
Una collezione, quella di Haute per l’autunno-inverno 2004/05, che si nutre di polvere, asfalto, antracite, inediti processi di sintesi di colore e materia, per un ritorno al futuro tutto da indossare.

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