ALBERTA FERRETTI A/W 2005-06

Ridotte all’osso, le decorazioni dei capi di Alberta Ferretti si limitano a fiori squadrati applicati sulle gonne, a piccole ali in chiffon sulle spalline degli abiti, a grossi bottoni neri a contrasto – mai più di due – sulle martingale e sui doppi polsi dei cappotti.
Non serve altro a questi modelli per assurgere al rango di ideali esemplari di magistrale sartoria.
Liberamente ispirate alla figura di Marisa Berenson nel film di Stanley Kubrick, ” Barry Lindon” , sono quindi le linee a impreziosire queste creazioni: lo stile impero dei vestiti leggerissimi e la vita alta delle sottane a balze; lo scollo all’americana dei top con sussurri di chiffon, i decolleté quadrati settecenteschi e i brevi sbuffi per le maniche degli abiti.
I tessuti, della collezione donna relativamente alla stagione autunno-inverno 2005-06, sono drappeggiati come toghe su statue greche o lucenti come maglie di cotte d’altri tempi; il macramè conquista sottovesti quasi rigide e il merletto invade le gonne al ginocchio.
Gli accostamenti di colore risultano straordinari: viola e azzurro, fucsia più arancio e un inedito nero e blu.
La tensostruttura allestita ai giardini di Porta Venezia risuona di sonorità incalzanti, pressoché da vertigine, e trabocca di un pubblico estasiato tra cui spiccano Anna Falchi e Martina Colombari, in un superbo soprabito verde ricamato. Ovviamente, di Alberta Ferretti.

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