Vittorio Giulini(nella foto a sinistra)è stato riconfermato presidente di Sistema Moda Italia, l’associazione di categoria degli industriali della moda.Giulini è stato rieletto al termine dell’Assemblea associativa, che ha avuto come filo conduttore il rapporto tra moda e cultura. “L’Italia accoglie i due terzi del patrimonio culturale del mondo, e l’eccellenza della moda italiana è un frutto di questa unicità” ha dichiarato il Presidente introducendo le testimonianze di quindici imprenditori tessili – da Laura Biagiotti a Gaetano Marzotto, da Anna Zegna a Brunello Cucinelli – che hanno illustrato il loro impegno culturale.
“La nostra sfida dei prossimi anni – ha proseguito Giulini – sta nell’intensificazione del rapporto tra moda e cultura. Altri Paesi potranno produrre capi più economici dei nostri, ma nessuno potrà eguagliare la nostra qualità: perché una tradizione storica, artistica e culturale come l’Italia non l’ha nessuno”.Giuliano Urbani, ministro dei Beni Culturali, ha dichiarato di essere rimasto colpito dalla ricchezza di esperienze culturali messe in atto dal sistema moda. Ha proposto un gemellaggio tra Sistema Moda Italia e il suo Ministero, a livello nazionale e di distretto territoriale. “La cultura e la moda – ha detto – sono due punti di forza dell’Italia nel mondo; e la moda è l’espressione della cultura, quindi è cultura”. Ha parlato di “esportazione della cultura italiana” atttraverso l’utilizzo della rete diplomatica e delle ambasciate, auspicando una “diplomazia commerciale” che sostenga la cultura italiana, e i suoi prodotti, su scala planetaria. Si è quindi detto favorevole a nuove detrazioni fiscali per gli industriali che investono in iniziative culturali.
2001, un anno a V rovesciata –
Sono stati divulgati i dati definitivi relativi al 2001. L’industria tessile-abbigliamento italiana è riuscita, nonostante i segnali di rallentamento registrati in corso d’anno, a consolidare i buoni risultati del 2000. Il fatturato consolidato è ancora in crescita (+ 1,5%) ed è arrivato a sfiorare i 48 miliardi di euro.Questa performance si è resa possibile grazie ad una prima parte dell’anno molto dinamica, soprattutto sul fronte delle esportazioni. Prima della pausa estiva, tuttavia, i comparti a monte della filiera hanno avvertito i primi segnali di rallentamento: sia sul fronte della domanda estera, sia, soprattutto, sul mercato interno. Tali segnali sono risultati più evidenti nei mesi successivi e nella parte finale dell’anno si sono estesi anche al settore abbigliamento. Il 2001 ha quindi avuto un profilo a V rovesciata: molto dinamico nella prima parte e in decelerazione nei mesi finali.
La ripresa prevista dopo l’estate
Per il 2002 si prevede un andamento opposto a quello del 2001. Dopo le difficoltà dei primi mesi, nei quali si è raggiunto il punto minimo del ciclo, le prospettive di ripresa macroeconomica dovrebbero impattare anche il settore tessile-abbigliamento. I primi segnali di recupero dovrebbero interessare il monte della filiera, ovvero i comparti più esposti alle oscillazioni del ciclo economico, ma i recuperi sono attesi soprattutto per fine anno.Nel settore abbigliamento ancora deludente la raccolta ordini per la primavera-estate 2002. Invece per l’autunno-inverno 2002-2003 ci si attende un discreto recupero, almeno dai mercati esteri.