La realtà surreale di E-Play

Una finestra “attiva” aperta su un “falso giorno”, nasce così la presentazione-evento di E-Play.
Tre giorni, dodici stanze di un Hotel immaginario, in cui si muovono persone reali, amici, che interpretano in chiave personale e assolutamente libera la moda giovane e alternativa di E-Play.
Maglie fatte a mano rifinite dalle tarme, cuciture e tasche disegnate come trompe l’oeil, giubbotti che diventano pantaloni, vecchie divise da cuoco che si trasformano in capi femminili. La materia si disfa e si ricompone con apparente casualità, è la “con-fusione” di E-Play.
Fusione appunto, come a dire affermazione di se stessi attraverso un’immagine nuova, anticonformista, terribilmente comoda, originalissima, un nuovo codice condiviso da ragazzi e ragazze di culture diverse. Furoreggiano scritte e stampe dissacranti, il colore, il denim, la pelle e le fantasie a quadri.
Le stanze, dislocate su tre piani, diventano microcosmi, rispecchiando la personalità di chi le vive. C’è chi suona la chitarra, chi si diverte a giocare con i vestiti appesi ovunque (ovviamente firmati E-Play), chi chiacchiera sul letto, chi amoreggia, chi fa vita sociale nella hall.
“Il mio cliente ideale? In una stanza d’albergo, da lui personalizzata con i miei vestiti.” Firmato…Livio Graziottin, fashion designer di E-Play.

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