Profumo di limoni e atmosfere mediterranee alla sfilata di Marella Ferrera. La passerella e’ un pot pourri di sabbia, fichi d’india, terra lavica e ricca vegetazione, una danza dal sapore antico evoca luoghi lontani e lo spettacolo ha inizio. Una collezione all’insegna dell’etnico, dei tessuti grezzi, materici, il lino, la canapa, le stole di cocco, la pelle tagliata in mille pezzi e ricostruita con grosse cuciture, ma anche la seta più preziosa e il ricamo. Le tinte sono naturali, prima trasparenti come l’acqua del mare, nei verdi, gli azzurri, i rosa appena suggeriti, poi forti nei marroni e il nero della terra.
Natura dolce, languida nella leggerezza della morbida seta arricchita da mille volantes e balze per i lunghissimi abiti che sembrano trasparenti meduse, natura selvaggia nei tessuti sdruciti, lavorati a trama larga, strappati e ricuciti con lo spago come per le gonne e le giacche di pelle. Piccole spirali, richiamano forme di ricci marini o conchiglie diventando prima stampe in bianco e nero sui lunghi abiti e poi ricami preziosi. La notte con le sue tonalità più scure, cala sugli abiti da sera ed è l’apoteosi del nero e dell’oro, delle lavorazioni traforate, ricamate, strappate, bucate. Rivoli di frange prendono vita da corpini di pizzo, terminando in lunghissime gonne di seta cruda come garza, top gioiello diventano sensuali tatuaggi sulla pelle, confermando l’effetto tribale di tutta la collezione. Un viaggio tra oriente e occidente, tra antico e moderno quello di Marella Ferrera, l’etnico come ponte ideale di culture e civiltà diverse, lontane, eppure così attuali.