LA MODA CHE VIENE DAL CARCERE

L’estate 2004 verrà senz’altro ricordata per il fenomeno delle t-shirt “made in jail”, che letteralmente significa fatte in carcere.
Infatti, sarà capitato un po’ a tutti, di frequentare il locale del momento e scoprire con meraviglia un’orda di giovani che indossano con relativa serenità t-shirt che in altri tempi avrebbero fatto gridare allo scandalo: “Colombia narcotraffico”, “Cocaina”, “Pablo Escobar 1949-1993”, “Narcotrafficante”. Una voglia di trasgressione che è presente in ognuno di noi e, che, al momento opportuno si manifesta attraverso l’esibizione di queste magliette dai toni alquanto sarcastici.
Come in una riuscita operazione di comunicazione, orchestrata dalla più geniale mente criminale, con delle innocue t-shirt si tende ad ironizzare sulla vita del carcere e a ridare dignità a chi ha debiti con la giustizia. Una trovata così originale, non poteva che essere concepita in una casa di reclusione, è precisamente a Barcellona (Spagna), da un narcotrafficante colombiano, condannato nel 1991 a 20 anni di carcere per spaccio di droga e traffico di armi. Il neo stilista un po’ per noia, un po’ per pentimento, come si legge nel suo sito Internet, ha creato una linea dal nome abbastanza provocatorio “De Puta Madre”, facilmente traducibile in “figlio di puttana”. In una prima fase queste magliette decorate a mano dal detenuto e da un suo compagno di cella uscivano dal carcere in maniera clandestina; poi una volta fuori, il neo stilista ha trovato un produttore con cui ha lanciato la sua collezione in giro per il mondo.
Anche gli inquilini delle carceri italiane hanno pensato bene di dedicarsi alla moda, ma decisamente con toni più delicati, è il caso della Cooperativa Seriarte Ecologica, fondata nel 1988, nata con lo scopo di reinserire i detenuti nel mondo del lavoro. La cooperativa si autofinanzia, mantenendosi proprio attraverso la vendita delle t-shirt sia attraverso negozi specializzati sia in occasione di grandi manifestazioni come le feste dell’Unità, l’Estate romana e Arezzo Wave. La collezione acquistabile anche su Internet: www. madeinjail.com, si caratterizza per assortimento ed originalità, attraverso slogan dal sapore ironico come: “Beato chi crede nella giustizia perché verrà giustiziato”, “Bevo solo quando guido”, “University of crime”, “Il carcere nuoce gravemente alla salute”; insomma messaggi brevi ma diretti al cuore che regalano un sorriso e illuminano di una nuova luce chi avendo sbagliando, trova adesso nella moda l’occasione del riscatto per tornare ad una vita normale.

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