Trasgressivo, provocatorio, sopra le righe. Diesel non smentisce la sua fama di brand votato all’anticonformismo e alla sperimentazione più estrema, al punto da rinchiudere il suo uomo autunno – inverno 2002/2003 in gabbia.
Presentazione da girone infernale, un tunnel fumoso rischiarato da luci al neon colorate, modelli chiusi in cella come detenuti di lusso, poliziotte sexy ma niente affatto compiacenti a sorvegliare i malcapitati con tanto di frusta in mano pronta a schioccare.
L’ammonimento è chiaro “lasciate ogni speranza voi che non vestite DieselStyleLab”. La speranza di essere cool, di essere alla moda restando se stessi, secondo uno stile personale e libero da diktat.
Sperimentazione, trattamenti, destrutturazione di tessuti e linee stilistiche, per capi portabilissimi, sportivi, casual ma risultato di una grande ricerca.
Dominano il denim e la pelle in tutte le loro sfaccettature e potenzialità, i capi sono maltrattati, reinventati secondo lo stile personalissimo del marchio, le righe da carcerato, verticali, orizzontali, colorate, bianche e nere, imperversano.
Incarcerati, puniti per non essere prigionieri, di mode fittizie imposte dall’alto, per imparare a vestirsi bene, sentendosi bene, questa è la ricetta Diesel per la redenzione.