Rose torrente-mett

[caption id="attachment_225" align="alignleft" width="120"]Nella foto una creazione Rose Torrente-Mett[/caption]Rose Torrente-Mett, come è tradizione, ha dato il via alle sfilate dell’Alta Moda scegliendo quest’anno i mitici saloni dell’Hotel Intercontinental – generalmente palcoscenico preferito da Yves Saint Laurent – e ispirandosi generosamente a luoghi e suggestioni d’oltremare per la nuova collezione.
Sete, ricami, volants e decorazioni in cuoio cucito ricordano a turno destinazioni sudamericane e le atmosfere delle serate dell’India dei maharaja, con grandi turbanti a coprire la testa delle modelle in passerella.

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Marni

[caption id="attachment_229" align="alignleft" width="120"]Nella foto collezione Marni[/caption]Marni sbarca a Parigi: il marchio fondato dalla stilista elvetico-italiana Consuelo Castiglioni nel 1992 ha inaugurato ieri la sua nuova boutique sulla prestigiosa Avenue Montaigne, a due passi dagli Champs Elysees e accanto alle “griffe” più famose. In un ambiente luminosissimo e tutto sviluppato in lunghezza, dove il bianco regna sovrano e il soffitto a specchio allarga le dimensioni, la stilista ha accolto gli ospiti e i giornalisti presenti a Parigi per l’Alta Moda.

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Karl Lagerfeld

[caption id="attachment_227" align="alignleft" width="120"]Nella foto collezione estate 2002 di Karl Lagerfeld[/caption]Una serra dal tetto trasparente, allestita proprio accanto a quel Museo dell’Orangerie famoso scrigno delle ninfee di Claude Monet, è la cornice scelta da Karl Lagerfeld per la sua “Signora delle camelie”. Una signora giovane e scattante vestita da sera anche per il giorno, in tutte le sfumature del rosa chiaro, con parecchio grigio, un pò di nero e qualche tocco di blu, che sembra “volare” su scarpe alte dal tallone “staccato” dal tacco.

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Fred Sathal

Tutt’altro il defilé della marsigliese Fred Sathal, il cui guardaroba è molto più sportivo e leggero, con ispirazioni Charleston e commistioni nordafricane a testimonianza delle quali stanno lunghe djellaba e pantaloni a sbuffo da mille e una notte. Su tutto dominano lunghe frange e paillettes onnipresenti su seta e taffetà.

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Carven

Il celeberrimo “verde Carven” è sempre protagonista e onnipresente in ogni creazione nella collezione di Madame Carven disegnata da Pascal Millet. Modelli nostalgici che rievocano lo stile di Jacqueline Kennedy o più moderni e con maggior grinta, alla Mouna Ayoub, la miliardaria libanese mecenate dell’Alta Moda. Nell’universo Carven non mancano poi accenni ai lunghi viaggi compiuti dalla titolare della Maison.

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John Galliano per Christian Dior

[caption id="attachment_233" align="alignleft" width="120"]Nella foto collezione John Galliano autunno/inverno 2001[/caption]John Galliano in trionfo in occasione della presentazione della nuova collezione Christian Dior. Una collezione in cui la sua fantasia e la sua inventiva hanno raggiunto il top, presentata in forma di spettacolo fantastico, di viaggio attorno al mondo. Sarà una coincidenza fortuita, ma mai come in questa stagione in cui l’uscita di scena di Yves Saint Laurent ha acceso il dibattito sul futuro della Haute Couture, l’Alta moda ha dimostrando la propria vitalità e la capacità di rinnovarsi e trovare nuove formule. Certo, se si pensa al Dior degli inizi della Couture, del celebre Monsieur è rimasto ben poco oltre al nome, ma stile a parte la capacità sartoriale di oggi ha nulla da invidiare a quella del dopoguerra.

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Emanuel Ungaro

[caption id="attachment_231" align="alignleft" width="120"]Nella foto collezione primavera/estate 2002 di Emanuel Ungaro[/caption]Applausi scroscianti e prolungati per la sposa di Emanuel Ungaro, a chiusura di una collezione particolarmente riuscita. Una sposa etnica, ma romantica, femminile e provocante senza essere volgare. Color avorio, il corpino è di tulle trasparente ricamato di elementi etnici, di quelli da maschere africane, ma anche pastiglie di madreperla, nastri, gelsomini, e si appoggia su una gonna con strascico di tulle e piume, dritta, sinuosa.

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Maurizio Galante

[caption id="attachment_239" align="alignleft" width="120"]Nella foto collezione Maurizio Galante fall/winter 2000/01[/caption]È fedele a sé stesso, ma sempre nuovo, Maurizio Galante, lo stilista di Latina che è ormai il “cocco” dei francesi, e habituè tra gli invitati all’alta moda parigina. Sotto le alte e magnifiche volte di un vecchio magazzino del Louvre, ha proposto una donna femminile ed elegante, senza eccessi, ma moderna, trasparente e leggera come i tessuti che assembla sapientemente. Quest’anno ha recuperato dal passato pizzi vintage, e li ha “scavati” nella nappa morbida bordandoli di tubicini di perline. Ne ha fatto abiti svasati dallo scollo asimmetrico, giacche dai toni naturali, lunghi abiti svasati.

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Alessandro De Benedetti

Donne soldato sulla passerella di Alessandro De Benedetti, algide dentro gli abiti dal taglio maschile elegante e sartoriale, ambigue e misteriose dietro maschere che celano tutto un mondo.

Le forme sono scolpite sul corpo, rigide come una divisa, collo alto e vita stretta, eppure sinuose e carezzevoli sembrano scivolare lungo le curve, definendole.

La sensualità si fa strada attraverso spacchi vertiginosi che corrono lungo gonne dalle linee pulite e rigorose, o dentro le profonde scollature di compassati tailleur.

Aggressiva, sprezzante, sicura di sé, questa guerriera metropolitana esalta la propria femminilità enfatizzando il punto vita e librandosi su scarpe dal tacco altissimo strette da mille lacci che si annodano sopra, sotto e lungo la caviglia.

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Alexsandro Palombo

Canti popolari, foglie d’ulivo, enormi giare di terracotta, immagini sacre sbiadite dal tempo… sulla passerella di Alexsandro Palombo sfila la tradizione tutta mediterranea del salento, con le sue antiche suggestioni e le mille contaminazioni etniche e culturali.
Il risultato è una donna libera da costrizioni formali, una nomade aperta al mondo, che non dimentica le proprie origini e la propria identità.
Ed è un pot pourri di elementi stilistici diversi, che si alternano e sovrappongono passando dalla tradizione meridionale dei capi neri e rigorosi, alla classicità del taglio sartoriale per finire con sperimentazioni etniche, quasi tribali.

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