Uno show per Grace Pear

Non la solita sfilata ma un vero e proprio show televisivo: Grace Pear, al secolo Graziella Pera, scende in passerella all’Auditorium romano lunedì pomeriggio e offre uno spettacolo molto particolare, in due atti. Il primo vede protagoniste le Finger Prints, un gruppo musicale pop composto da cinque ragazze, che mentre sfilano cantano il loro ultimo singolo “When I fall in love”; la seconda parte invece è tutta dedicata al Bagaglino, teatro per il quale la stilista cura i costumi. Angela Melillo si presenta come una Venere in perizoma nero, con il seno coperto solo da lunghissimi riccioli biondi. Abito rosso e argento per Pamela Prati, che dalla passerella saluta Pier Francesco Pingitore e Martufello, suoi amici e colleghi che la ammirano dal parterre.Grace Pear presta attenzione al fascino naturale della ragazza della porta accanto, regalandole la magia della favola dell’Alta moda, e fa sfilare le finaliste del concorso “Future Top Model”, organizzato dalla Glamour Model di Mario Gori. Non è la prima volta che la stilista trascina le partecipanti ad un concorso di bellezza sulle passerelle: già aveva fatto sfilare le ragazze di miss Italia per i cinquanta anni della manifestazione.Alla settimana della moda romana sul defilè abiti da sera, molto eleganti, con linee morbide che si allungano all’infinito. I top, molto scollati, sono illuminati da centinaia di strass. Si vedono le strisce, che sono oblique, ed anche i pois.Graziella Pera sceglie la contaminazione di tempi e luoghi: la sua donna potrebbe essere l’eroina di un romanzo di un’altra epoca, ma anche una sensuale protagonista del presente. Velluto, ciniglia, pizzi, merletti e seta compongono un indissolubile mosaico di tessuti. Un mixage di colori, tra cui spiccano i più forti: rosso rubino, verde smeraldo, blu, marrone, bronzo, giallo. Ma gli abiti più eleganti sono neri. Completano il puzzle le scarpe di Marco e Catia Massetti.Uno spettacolo curato nei dettagli, grazie anche alla regia di Piero Moriconi e alla direzione artistica di Maurizio Tognalini.

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