Tutti pazzi per Evisu

Una strana epidemia sembra aver contagiato Firenze, Tutti sono realmente impazziti per Evisu, Dio buddista della prosperità. È l’impressione di chiunque venerdì 11 gennaio si sia trovato alla Stazione Leopolda di Firenze, nel bel mezzo della sfilata-evento della griffe giapponese Evisu. Tanti rappresentanti della stampa, tantissimi compratori e soprattutto quell’atmosfera di festa che difficilmente si riscontra alle sfilate di moda.
Ma andiamo con ordine: Evisu marchio cult del denim nipponico, nasce nel 1988 ad Osaka in Giappone da una intuizione geniale di Yamane, un sarto con una passione maniacale per i jeans. Nel 1987 durante uno dei suoi viaggi negli Stati Uniti alla ricerca del jeans vintage, Yamane, scopre un vecchio telaio americano anni cinquanta in grado di tessere 40 metri al giorno di denim, qualità “selvedge” (la più pregiata, per intenderci). Da quel momento il sarto nipponico recupera una serie di telai degli anni quaranta e cinquanta, e comincia la produzione. Nel frattempo sono i primi anni novanta, gli anni in cui scoppia la moda per il vintage. Il successo permette ad Yamane nel 1994 l’apertura di una azienda propria. Nascono così i jeans con l’etichetta in pelle con disegnata la faccia di Evis, omaggio al Dio buddista della prosperità. Da lì a poco il padre del vintage giapponese incontra il londinese Peter Caplowe che diffonde e distribuisce il marchio Evisu in Europa rendendolo un oggetto di culto per le nuove generazioni appassionate del vintage.
Nel 1997 i jeans Evisu vengono prodotti in Italia su licenza, con denim proveniente dal Giappone.
La collezione 2002/03 si ispira la gusto francese rivisitato in chiave british, attraverso un restyling delle vecchie divise sportive.
Dello stile americano riprende inoltre grossi bottoni d’oro, le martingale, le righe in bianco-blu-rosso. L’intramontabile montgomery.
Per Golphiù la classica divisa da golf è contaminata da dettagli hooligan e skinhead sia per l’uomo che per la donna: bomber in nylon, cerati e trapuntati, reversibili con tasconi, coulisse e bottoni a clip nelle fantasie e nei colori classici da golf.
De luxe impreziosisce e smitizza gli austeri blazer con impunture a contrasto, vistosi bottoni d’oro, dettagli alla pescatora come cinghie di cuoio su tasche anteriori e posteriori. Ma il pezzo forte della collezione rimane pur sempre il denim, dove nella collezione Maniacs il logo viene esasperato e si allunga sul pantalone e sulla gonna fino a coprire metà gamba.
Denim utilizzato anche nelle sciarpe di lana con grosse righe multicolori.
Il jeans più economico quello confezionato in modo semindustriale si aggira sui 150 Euro, ma i maniaci arrivano a comprare quelli fatti interamente a mano oltre 700 Euro.

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