Che spettacolo la sfilata di Saverio Palatella…
Il Museo della Permanente di Milano come location, suggestiva musica etnica suonata e cantata dal vivo, un’ambientazione intimistica dal sapore mediorientale, insomma un’atmosfera perfetta per una collezione ispirata al nomadismo e alla libertà.
L’elemento etnico è il filo conduttore di tutta la sfilata, ed è l’oriente nei preziosissimi dettagli, gli accessori, i gioielli ispirati a culture lontane e antiche, e l’occidente, nella qualità sartoriale dei blazer fatti a mano e nei gilet dalle mille interpretazioni.
Gitane le ampie gonne a strati sovrapposti leggeri come petali, russi gli alti collier e le cinture impreziosite da mille ricami e cristalli a cascata, infinite le contaminazioni stilistiche e culturali, per i jacquard, gli inserti di pelliccia weasel e le ampie tuniche strette in vita dagli immancabili bustier.
Le fantasie si mescolano così come i tessuti e le lavorazioni, l’essenzialità del taglio classico di giacche, gilet e pantaloni si alterna e combina con merletti, trafori e broccati.
Particolari le maniche di lana portate sopra le camicie o direttamente sulla pelle, preziose le maglie lavorate finemente sino a diventare pizzo.
Impossibile descrivere nel dettaglio una collezione ricca di citazioni, riferimenti, particolari culturali, stilistici, geografici, non si può far altro che rimanerne rapiti e goderne l’effetto d’insieme, lasciandosi trasportare dalle note melodiose ed ipnotiche che l’hanno accompagnata.