Puma-Evisu-Fake London: Co-Laboration circle

Puma, Evisu e Fake London, tre nomi, una garanzia di stile, qualità e immagine; tre marchi per un’unica concezione di vita basata su di un look casual ma distintivo e originale. Così, alla sessantatreesima edizione del Pitti Uomo, si è materializzato, nello stand della Puma, il frutto di questa innovativa collaborazione: il co-laboration circle, una collezione di abiti sportivi unisex in cui convivono i tre logo delle marche in questione, il “felino” della Puma, il Buddha della Evisu e il fiore stilizzato, simbolo distintivo del cashmire della Fake London. Sono state proposte scarpe puma con applicate tasche denim della Evisu, maglioni Fake London e giubbotti di jeans Evisu con il “gattone” della Puma, tute sportive realizzate con il cashmire della Fake London, pantaloni jeans Evisu attraversati dal puma allungato che passa da una gamba all’altra.
Se adorate i tre marchi e volete uno stile eccentrico ma vestibile tenete le dita incrociate e sperate che questi capi, realizzati come pezzi unici, vengano prodotti in massa. Ma non finisce qui: per tutti coloro che amano lo stile e il design “Puma” e seguono i dettami della moda, che da tempo ha lanciato il vintage, la ditta ha realizzato, per il prossimo autunno, la linea ” Puma Rudolf Dassler Schunfabrik che ripropone i tagli e i primi modelli della ditta, realizzati negli anni ’20 ma rivisitati dal design moderno arricchito da citazioni artistiche che si rifanno ai temi del Futurismo, del Costruttivismo e del Bauhaus. Risultato: uno stile casual ma di classe. Ma se siete tra coloro che non rinunciano al lusso e all’eleganza inconfondibile, neanche per andare in palestra, la Puma ha realizzato per voi ben tre linee, Sport chic, Sport romantic e Sport army, caratterizzate dall’uso di materiali eleganti e ricercati, usati per realizzare pantaloni, maglioni gym e giacche da indossare anche per un lussuoso galà, con l’unica convinzione di non risultare fuoriluogo. Che dire, la Puma risulta essere una marca innovativa, capace di accontentare coloro che, appartenenti al mondo dello sport o meno, non risultano essere così facilmente accontentabili.

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