LA PUBBLICITA’ E’ L’ANIMA DEL COMMERCIO…E NELLA MODA COMINCIA A “PRENDERE CORPO”?

Si è svolta giovedì 30 novembre nella splendida cornice di Villa Strozzi a Firenze, l’edizione 2000 del convegno “Moda e Pubblicità: forme e mezzi di espressione della comunicazione moda “, organizzato da Fabiola Cinque, coordinatrice regionale TP Lazio (Associazione Italiana Pubblicitari Professionisti). Il meeting, giunto ormai alla terza edizione, ha visto susseguirsi interventi di esperti di entrambe le realtà – uomini-prodotto, web-manager, pubblicitari e creativi – offrendo ai partecipanti giunti in gran numero da tutt’Italia, spunti creativi di riflessione e discussione sui nuovi linguaggi della comunicazione. Dopo l’apertura ufficiale dei lavori, che ha visto l’introduzione e i saluti di Gianni Gottardo, presidente della TP e promotore dell’evento, i relatori hanno seguito un iter che ha toccato tutti gli aspetti della comunicazione: dalla – Fiera come macchina comunicante – presentata sotto questa nuova veste da Lapo Cianchi, direttore Comunicazione e Progetti Speciali Pitti Immagine; al – the spirit of things – colto e sviluppato da Gianni Bertasso direttore di “Mood”, la nuova rivista della moda; alla – dinamica degli investimenti nella comunicazione moda – esposta dal presidente della Media Consultans Antonio Margoni ; continuando con – Le ricerche di linguaggio nell’arco di due decenni nell’area moda – ricostruite da Alberto Ferrarese presidente PHASAR; finendo con – Internet e la moda: case history e opportunità in Italia – dove Massimiliano Pellegrini, E-Businnes solution head per DADA, ha ricordato che brand, immagine, posizionamento, promozione, customer service e feed-back sono aspetti che si ripresentano a un’azienda che oggi sceglie di essere sul Web.
Ma il punto saliente, che ha permesso di sondare le dinamiche di rapporto che legano moda e pubblicità – due settori che per anni sono stati “separati in casa”- lo ha affrontato Fabiola Cinque con il suo intervento “Moda e comunicazione: quando la parola s’incontra con l’immagine” .
La pubblicità è l’anima del commercio, ma lo diventa ancor di più, se realizzata utilizzando una strategia: la moda è ancora lontana da questa realtà, ma pian piano le cose stanno prendendo una piega differente. Se nella comunicazione moda si partiva dall’inesistenza del sistema segnico della marca – ha affermato Fabiola Cinque – ora molti brand si servono di marchio, head line, body copy e pay off per creare stili di vita e concetti legati all’espressione ed alla caratterialità di chi si riconosce in questi . Naturalmente non sono mancate le polemiche da parte dei sostenitori della tesi opposta: E’ sufficiente uno spirito intuitivo, non occorre affidarsi a strateghi del marketing ha affermato durante il convegno Francesco Martini, stilista che all’interno dell’azienda Coveri disegna la linea per il brand You Young. Ma a testimonianza di un dialogo che è possibile instaurare tra le due “logiche”, che possono facilmente trovare forme di espressione avvalendosi della “stessa lingua”, è intervenuto Andrea Pizzi, fotografo di moda: E’ possibile trovare delle sinergie – ha spiegato – ricorrendo alla fusione delle sensibilità e delle competenze per giungere al di là della semplice creatività pubblicitaria . Allora… aziende moda e protagonisti del fashion world, cosa aspettate a consultare le agenzie di pubblicità?

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