La strategia vincente del comparto è dunque il successo all’estero: l’82,2% di ciò che è stato prodotto è stato esportato grazie alla qualità che il made in Italy garantisce all’acquirente.Diverso l’andamento del mercato interno: la crescita dell’import suggerisce che le donne italiane, specie se si trovano in un clima economico incerto, preferiscono la quantità. In questo caso a esplodere è stata la fornitura dalla Cina (+30%).I nostri migliori acquirenti sono invece i russi (110 milioni di euro), i francesi (oltre 77 milioni) e i tedeschi (circa 73 milioni).E’ da registrare una generica tendenza al ribasso in tutta Europa, innescata dagli attentati dell’11 settembre scorso. L’anno scorso in Italia i consumi familiari sono scesi dell’8% rispetto al 2000. Gli acquisti si concentrano nei mesi invernali, grazie alle compere natalizie e agli sconti di gennaio (nel 2001 circa il 13% delle calze femminili è stato venduto in periodi di saldi). Si segnala una ripresa della preferenza dell’acquisto nei negozi di dimensioni ridotte (61% del totale), specialmente se posizionati nel centro cittadino.
Calzetteria femminile, nel 2001 boom dell’export (+8%)
