ANCHE NEI TESSUTI SI IMPONE IL MARCHIO “DOC”

Vittorio Giulini Pres.SMI
Alimentazione biologica, agriturismo, rispetto per l’ambiente sono argomenti che trovano sempre il pubblico sensibile. Eppure, per quanti sforzi facciamo per superare i pericoli che insidiano il nostro benessere, questi corrono sempre avanti a noi, disseminando il cammino di additivi, organismi geneticamente modificati e disastri ambientali.
Nessun ambito si salva: nemmeno l’abbigliamento. Molti prodotti provenienti da Paesi in via di sviluppo, utilizzano additivi chimici e coloranti nocivi per la nostra pelle. “Questi – ci dice il Prof. Paolo Pigatto dell’Istituto di Dermatologia dell’Università di Milano- sono causa di dermatiti poco note ed ancora in fase di studio”.
Il problema, dunque, non rimane circoscritto ai Paesi produttori, assolutamente disattenti all’ambiente ed alla salute dei lavoratori, ma riguarda anche i consumatori ed il mercato italiano che di queste merci è una delle principali mete.
Purtroppo non esiste un legislazione specifica contro i prodotti tessili nocivi. Per questo motivo SMI (Sistema Moda Italia) insieme con l’Associazione Tessile italiana organizzerà il 20 e 21 marzo 2003 il “III Forum Internazionale Tessile e Salute”, che si propone come momento di incontro e dialogo fra il mondo della sanità, della produzione, della ricerca e tra le associazioni dei consumatori italiani.
Il Presidente di Sistema Moda Italia, Vittorio Giulini ci dice: “Il problema è stato sottovalutato dagli organismi comunitari, ma in realtà non è meno importante dell’educazione alimentare”. Continua inoltre ” Il Ministero della sanità dovrebbe aggiornare la lista delle sostanze chimiche nocive che ha istituito nel 1976″.
“In che modo –domandiamo- SMI cerca di fare fronte a questo vuoto normativo?”
Il Presidente illustra la proposta di un codice di utilizzo delle sostanze scientificamente testate. Questo sarebbe per i consumatori una garanzia di sicurezza e per i produttori dovrebbe essere un dovere etico. “Sarà come difendere i valori etici della nostra tradizione industriale: difendiamo i minori, tuteliamo i consumatori, rispettiamo gli ambienti. E soprattutto –conclude Vittorio Giulini- ci battiamo affinchè qualunque capo raggiunga il nostro mercato abbia un’etichetta di origine per poterne tracciare il suo percorso”.
La tracciabilità dei prodotti sarà, dunque, una sorta di marchio DOC del settore tessile, che permetterà al made in Italy di distinguersi ulteriormente: non solo per eleganza e stile, ma anche per sicurezza e salute.

Articoli correlati

Leave a Comment