Il mare e il vento disegnano la collezione primavera-estate 2004 di Tomaso Stefanelli. Il mare che increspa le stoffe, drappeggia orli e revers. Il vento che fa danzare onde di chiffon e gonfiare vele di seta.
Le modelle calzano cappelli di taglio maschile, su una collezione iperfemminile, dove ruches, coulisse e volants abbondano in ogni dove, dando volume e movimento a lunghi vestiti di chiffon, velatissime camicie di seta e giacchine di lino strizzate in vita. La sensazione è che si voglia giocare con la tradizione sartoriale, che viene ripetutamente scomposta, tagliata, bucata, in un mix di rigore formale e sperimentazione.Sui capispalla si aprono impreviste brecce di nudità, il sopra lascia intravedere il sotto, il davanti diventa il dietro, le cuciture imprecise e i tagli al vivo per le piccole giacche e i gilet in stile redingote. Le arricciature si moltiplicano e trasformano le giacche in corsetti e i colli delle camicie in bianchi lembi da incrociare, gonfiare, annodare. Tutto è reinventato, familiare ma diverso.
La leggerezza e la trasparenza dello chiffon si alterna in passerella alla rigidità del lino, così come i volumi più ampi e ariosi a quelli più aderenti e sexy. La tavolozza si rifà all’azzurro e al verde del mare.
Una bella collezione, frutto di una ricerca formale quasi maniacale, che guardando al passato si proietta con decisione verso forme nuove ed inattese. Una bella conclusione per Milano Moda Donna.