Il settore tessile piange? quello della cosmesi ride. Sono le due facce della stessa medaglia: da una parte il settore dell’abbigliamento che non si è ancora ripreso dalla crisi dell’undici settembre; dall’altra parte il settore cosmetico che ha trovato giovamento dalla fase d’instabilità sociale che ha fatto seguito all’undici settembre. Dagli psicologi, questa situazione, è spiegata con il cosiddetto: “Effetto coccole”. Secondo, infatti, l’interpretazione degli studiosi del comportamento umano, l’unico antidoto ad una situazione d’incertezza sul futuro è immergersi in una vasca da bagno piena di schiuma profumata. Un’altra causa che ha rafforzato il settore cosmetico è il sempre più crescente narcisismo degli uomini, che ormai prendono letteralmente d’assalto istituti di bellezza e beauty farm. Spendendo, inoltre, ingenti quantità di denaro nell’acquisto di prodotti per il corpo. I numeri sono eloquenti: il 2003 si chiuderà con oltre il 3% di crescita delle esportazioni, per poi non parlare dell’aumento della produzione, rispetto al 2002 si prevede un incremento del 3,1%. Questi dati rafforzano la posizione dell’intero indotto cosmetico che ormai rappresenta un terzo della bilancia commerciale del settore fashion. A tal proposito afferma Alberto Donati – Presidente dell’Unipro – “Il settore cosmetico è ormai da considerarsi come uno dei punti di forza del Made in Italy, siamo un mercato che sta bene – prosegue Donati – perché abbiamo messo tecnologia nel prodotto e i mercati internazionali lo apprezzano, siamo noti per vendere non solo qualità, ma anche Italian Style”.
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