Fausto Sarli ringrazia il pubblico a fine sfilata{jcomments on}La moda italiana perde uno dei suoi più importanti protagonisti: il couturier napoletano Fausto Sarli. La sua dipartita è una grande tragedia per l’italian style; con le sue collezione ha affascinato principesse, regine e attrici: da Elizabeth Taylor a Carla Bruni, passando da Mina e Carla Fracci. Ogni suo abito era una magia, ogni suo vestito raccontava una storia. Sul suo capezzale tutto l’ambiente dell’Alta moda italiana, ma anche la città di Roma che da oltre un decennio l’aveva adottato nelle vesti di assoluto protagonista di “Alta Roma”: la settimana dell’haute couture italiana. Proprio lo scorso anno il Sindaco di Roma Gianni Alemanno l’aveva insignito del prestigioso riconoscimento “la lupa capitolina” con questa motivazione: “Al maestro dell’eccellenza dello stile italiano nel mondo…”. Con lui scompare un certo modo di fare moda, la figura dello stilista artigiano che segue tutto il percorso creativo dell’abito: dal disegno ai ritocchi finali. Ogni sua collezione suscitava forti emozioni e riusciva a rimanere impressa, come un timbro a fuoco, nelle menti di chi partecipava alle sue sfilate. Il “maestro Fausto Sarli” a 83 anni, in punta di piedi, senza clamori com’era nel suo stile, ha abbandonato le scene; la velocità che caratterizza il nuovo mondo della moda non gli appartiene. Lui, in fin dei conti, orgogliosamente si è sempre definito un sarto. Ci piace ricordarlo riprendendo uno stralcio di un vecchio articolo pubblicato su webmoda, recensione di una sua sfilata andata in scena all’Auditorium “Parco della musica” di Roma il 26 gennaio 2003: “Immaginate di veder rivivere le vestali dell’antica Grecia, le vostre nonne che negli anni ’50, giovani e femminili indossavano ancora le gonne, rese gonfie da strati di tulle, simbolo dell’ultimo strascico di femminilità del secolo passato; pensate alla Sicilia del Verga, fatta di donne dai veli ricamati adagiati in testa, come quello della madonna: ebbene, tutto questo, tutta questa femminilità del passato che, il prèt a porter di oggi vorrebbe nascondere dietro l’immagine aggressiva della donna del terzo millennio, è rivissuta e ha calcato la passerella della sala A dell’auditorium, grazie all’ultimo grande sarto italiano; Fausto Sarli”.
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